Salute 5 Dicembre 2023 16:48

Povertà sanitaria, fenomeno in aumento: sette italiani su mille chiedono aiuto per curarsi

Solo nell’anno in corso ben 427.177 persone hanno dovuto chiedere aiuto ad una delle 1.892 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure, con un aumento di 10,6 punti percentuali rispetto al 2022
Povertà sanitaria, fenomeno in aumento: sette italiani su mille chiedono aiuto per curarsi

Sette italiani su mille si trovano in condizioni di povertà sanitaria. Per la precisione, solo nell’anno in corso ben 427.177 persone hanno dovuto chiedere aiuto ad una delle 1.892 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure. Rispetto alle 386.253 persone del 2022, c’è stato un aumento del 10,6%. E mentre la spesa farmaceutica delle famiglie aumenta, la quota a carico del Servizio sanitario nazionale diminuisce.

La povertà sanitaria degli italiani in numeri

Nel 2022 (ultimi dati disponibili), la spesa farmaceutica totale è pari a 22,46 miliardi di euro, 2,3 miliardi in più (+6,5%) rispetto al 2021 (20,09 miliardi). Tuttavia, solo 12,5 miliardi di euro (il 55,9%) sono a carico del Ssn (erano 11,87 nel 2021, pari al 56,3%). Restano 9,9 miliardi (44,1%) pagati dalle famiglie (erano 9,21 nel 2021, pari al 43,7%). Significa che, rispetto all’anno precedente, le famiglie hanno pagato di tasca propria 704 milioni di euro in più (+7,6%). In sei anni (2017-2022), la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 1,84 miliardi di euro (+22,8%). A sostenere di tasca propria l’aumento sono tutte le famiglie, anche quelle povere, che devono pagare interamente il costo dei farmaci da banco a cui si aggiunge (salvo esenzioni) il costo dei ticket.

Il Report

I dati sono emersi dall’11esimo Rapporto ‘Donare per curare – povertà sanitaria e donazione farmaci’, realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Aboca da Opsan – Osservatorio sulla povertà sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). I dati sono stati presentati oggi in un convegno promosso da Banco Farmaceutico e Aifa. A sopperire, almeno in parte alle carenze del SSN c’è il Terzo settore. Le non profit attive prevalentemente nei servizi sanitari sono 12.578 (e occupano 103 mila persone). Di queste, 5.587 finanziano le proprie attività per lo più da fonti pubbliche. Tenendo conto di questo solo sottoinsieme, il non profit rappresenta almeno 1/5 del totale delle strutture sanitarie italiane (oltre 27mila), generando un valore pari a 4,7 miliardi di euro.

Chi è più povero ha condizioni di salute peggiori

Si conferma, infine, la relazione circolare tra povertà di reddito e povertà di salute: la percentuale di chi è in cattive o pessime condizioni di salute è più alta tra chi si trova in condizioni economiche precarie rispetto al resto della popolazione (6,2% contro. 4,3% nel 2021). La qualità della vita legata a gravi problemi di salute, inoltre, è peggiore per chi ha meno risorse rispetto a chi ha un reddito medio-alto (25,2% vs. 21,7%). Le risorse economiche non preservano, di per sé, da gravi patologie (specie all’aumentare dell’età), ma consentono di fronteggiarne meglio le conseguenze. A compromettere lo stato di salute di chi è economicamente vulnerabile, contribuisce la rinuncia a effettuare visite specialistiche, che è cinque volte superiore al resto della popolazione.

C’è chi non conosce i propri diritti in materia di salute

“Attraverso il rigore del metodo scientifico dell’Osservatorio sulla povertà sanitaria, vogliamo fornire un contributo di conoscenza su alcuni aspetti essenziali per qualificare la nostra società. In particolare, quest’anno ci preme sottolineare che tante persone in condizioni di povertà non riescono ad accedere alle cure – commenta Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Ets – non solo perché non hanno risorse economiche, ma anche perché, spesso, non hanno neppure il medico di base, non conoscono i propri diritti in materia di salute, o non hanno una rete di relazioni e di amicizie che li aiuti a districarsi tra l’offerta dei servizi sanitari. Senza il Terzo settore e, in particolare, senza le migliaia di istituzioni non profit, di volontari e di lavoratori che si prendono cura dei malati, non solo l’Ssn sarebbe meno sostenibile, ma – conclude – il nostro Paese sarebbe umanamente e spiritualmente più povero”.

 

 

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