I ricercatori: “Il trattamento per la prevenzione e la cura della displasia broncopolmonare si basa sull’uso delle vescicole extracellulari, un prodotto naturale isolato da cellule del cordone ombelicale”
Ogni anno in Italia vengono alla luce oltre 30mila neonati prematuri, pari al 7% dei nuovi nati. Quasi nella metà dei casi (45%) quelli che pesano meno di 1.500 grammi sviluppano displasia broncopolmonare, una malattia polmonare cronica che richiede ossigenoterapia per settimane o mesi e determina conseguenze che possono persistere fino all’età adulta. Al momento non sono disponibili cure efficaci e sicure, ma una nuova speranza per questi ‘bimbi piuma’ arriva da una terapia ‘made in Padova’ frutto della sinergia fra l’università cittadina, l’Azienda ospedale e l’Istituto di ricerca pediatrica (Irp) Città della Speranza.
“Il trattamento – come spiegato dai ricercatori in una nota – si basa sull’uso delle vescicole extracellulari, un prodotto naturale isolato da cellule del cordone ombelicale, per la prevenzione e la cura della displasia broncopolmonare. Nel luglio 2023 l’Agenzia europea del farmaco Ema ha approvato la prima sperimentazione clinica di questa terapia, che successivamente ha ricevuto l’ok dal Comitato etico nazionale e dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa”. Ora il trial clinico internazionale, che prende il via nella Terapia intensiva neonatale (Tin) dell’Azienda ospedale-università di Padova, centro hub del Triveneto per la prematurità, e includerà neonati di peso inferiore a 1,5 chili. La sperimentazione è coordinata proprio dal centro patavino e coinvolge quattro neonatologie italiane (Firenze, Genova, Milano e Modena) e due in Belgio.
“Si tratta di uno studio di fase 1 – illustra Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della donna e del bambino di Padova e direttore scientifico dell’Irp Città della Speranza – che prevede l’utilizzo nei neonati prematuri di una nuova terapia, le vescicole extracellulari, che nelle fasi precliniche (in vitro e in vivo) hanno presentato risultati estremamente promettenti e un’ottima sicurezza. Queste microvescicole, grazie al loro contenuto di numerosi mediatori, presentano attività antinfiammatoria e pro-rigenerativa dei polmoni immaturi, rappresentando un approccio estremamente innovativo per la prevenzione e la cura della displasia broncopolmonare”.
“L’impiego di queste vescicole in ambito neonatale – ricorda l’ateneo di Padova – è stato ipotizzato otto anni fa dall’incontro tra Baraldi e Maurizio Muraca, esperto di medicina rigenerativa e vescicole extracellulari. Da allora è partita una lunga sperimentazione preclinica su modelli in vitro e modello animale, che ha prodotto risultati estremamente incoraggianti, portata avanti con il contributo di Andrea Porzionato del Dipartimento di Neuroscienze, e di Michela Pozzobon e Luca Bonadies del Dipartimento di Salute della donna e del bambino e Irp”.
“Quello che parte sotto la guida di Padova – precisano dall’università – è il primo studio in Europa a ricevere il via libera dell’Ema, ma è anche il primo al mondo che utilizza questo prodotto naturale soddisfacendo tutti i requisiti degli enti regolatori. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione con un gruppo farmaceutico belga che ha sviluppato un prodotto compatibile con gli standard farmaceutici sulla base dei brevetti depositati presso l’università di Padova e l’Irp”. L’applicazione clinica di questa nuova terapia ha richiesto la certificazione da parte dell’Aifa del reparto di Terapia intensiva neonatale del Dipartimento Salute donna e bambino di Padova per lo svolgimento degli studi di fase 1. “Un riconoscimento che è stato possibile – si legge ancora nella nota dell’Ateneo – grazie alla rigorosa attività di formazione di tutto il personale medico e infermieristico del reparto di Neonatologia che ha raggiunto tutti gli standard internazionali richiesti. È la prima sperimentazione di fase 1 – conclude – che viene attivata nell’Azienda ospedale-università di Padova”.
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