Presente alla cerimonia di premiazione Orazio Schillaci, Ministro della Salute, come membro d’onore della Giuria. Il premio, promosso da Sanofi, si distingue da anni per il suo impegno nel far emergere con forza la narrazione come strumento terapeutico e di sensibilizzazione sociale, sottolineando l’importanza delle esperienze personali nella gestione della malattia
Dal disagio degli adolescenti di oggi alle fragilità e alle relazioni disfunzionali nella nostra società, dalla salute mentale alle tante sfide quotidiane o di vita che una malattia rara o un percorso di cura rappresentano per una persona, una famiglia, una comunità. Tanti e forti i temi messi in luce dalla dodicesima edizione del Premio Letterario Angelo Zanibelli “La Parola che cura”, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta ieri sera nella splendida cornice dell’Ambasciata di Francia a Roma.
Il premio si distingue da anni per il suo impegno nel far emergere con forza la narrazione come strumento terapeutico e di sensibilizzazione sociale, sottolineando l’importanza delle esperienze personali nella gestione della malattia. Attraverso le opere premiate, si vuole dare voce a chi affronta sfide complesse, valorizzando la resilienza e il coraggio di coloro che trasformano le proprie esperienze in un potente racconto di vita, un messaggio da poter condividere. Dopo tanti anni, continua a offrire un palco prestigioso alle storie di cura e di salute, mettendo in luce i percorsi, le esperienze e le emozioni di tanti pazienti e caregiver.
A presiedere la giuria è stato, anche quest’anno, Gianni Letta, affiancato da un autorevole gruppo di esponenti del mondo della politica, della cultura, della sanità e dell’informazione, con la partecipazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, come membro d’onore. La giuria ha avuto il compito di esaminare le tantissime opere in concorso, decretando anche il vincitore dell’ambita categoria ‘Inediti’ e assegnando anche alcuni premi speciali che negli anni hanno guadagnato particolare prestigio e visibilità.
“Per noi in Sanofi – ha affermato Marcello Cattani, Presidente e Ad di Sanofi Italia e Malta – il Premio La Parola che cura è molto più di un semplice concorso letterario. È un esempio concreto e tangibile del nostro impegno costante e continuo al fianco dei pazienti, di chi li sostiene e di chi ne rappresenta le istanze. La volontà di ascoltare e comprendere i bisogni, di valorizzare e mettere a fattor comune il percorso di diagnosi e cura, è al centro di tutto ciò che facciamo ogni giorno. Avere un impatto positivo e migliorare la vita di chi vive una patologia è infatti la nostra missione quotidiana. Con il nostro lavoro promuoviamo una cultura della salute inclusiva e accessibile, cercando di contribuire a un cambiamento significativo nella vita dei cittadini e abbracciando il concetto di salute come pilastro dello sviluppo umano, sociale ed economico del nostro Paese”.
I vincitori per la categoria “Opere edite”
Per la categoria Narrativa, ha vinto “Vite di cristallo” di Francesca Lagatta (ed. Rubbettino). Un legame unico e simbiotico tra una mamma e il suo bimbo che si scopre malato di acrenoleucodistrifia che trascina il lettore in un mondo intriso di solitudine, dolore, amore sconfinato, che disintegra i muri del tempo e dello spazio.
Per la categoria Saggistica premiato “Lezioni di amore per un figlio” di Stefano Rossi (ed. Feltrinelli). Una dote necessaria per regalare ai nostri ragazzi una solida e amorevole via d’uscita dai 16 labirinti in cui, più di frequente di quanto noi adulti immaginiamo, si perde l’anima adolescente.
Per la categoria Illustrati il premio è andato a “Il mostro che vive dentro la mamma” di Nicolò Muggianu (ed. Fabbrica dei sogni). Il libro dedicato a tutti i bambini che vivono con un genitore che soffre di depressione o di un’altra forma di sofferenza psicologica che ha incide negativamente sulla loro relazione, con coloro che hanno vissuto l’esperienza di un familiare che si è suicidato o ha tentato di farlo.
Vincitore nella Categoria “Inediti”
L’inedito “La memoria del cuore” di Marilù S. Manzini sarà edito da Piemme editore.
Un romanzo che ha la profondità introspettiva di un saggio. L’autrice ripercorre ventotto giorni dentro il buio della psiche, in una clinica per la cura delle dipendenze, alla ricerca di una salvezza. Le vite di persone in cerca di una riabilitazione dell’anima che portano i segni delle battaglie che hanno combattuto. Vinte o perse che queste siano, l’importante per tutti loro è sempre e solo rialzarsi da terra.
Tre le menzioni speciali assegnate dalla Giuria
A “Una stagione in più” di Elena Lugli, Emilia Li Gotti, Ilaria Orzali (ed. Lapis), un libro che nasce per i bambini e per chi voglia raccontare ai più piccoli cosa significhi attraversare una stagione di cura, e farlo con fiducia: perdendo i capelli, sì, ma per averne di nuovi e tornare fuori a giocare al primo raggio di sole.
A “La cura del futuro. I vaccini dalle infezioni alla sfida al cancro” di Guido Forni, Alberto Mantovani, Lorenzo Moretta, Giorgio Parisi, Giovanni Rezza (ed. Baldini & Castoldi). L’avvincente sfida della scienza, su cui si sta lavorando in Italia e in tutto il mondo, che potrà avere effetti decisivi sulla salute globale.
A “La notte ha smesso di far paura” di Giacomo Perini (ed. Santelli) Il percorso di crescita attraverso la malattia che alterna cronaca e riflessioni a pagine visionarie. Una storia di ostinazione vitale e resilienza, che parla a tutti, restituendoci il ritratto di un giovane uomo innamorato della normalità della vita e grato per i suoi doni.
I Premi speciali
La giuria ha assegnato inoltre il premio “Personaggio dell’anno” al Prof. Alberto Mantovani per il suo costante impegno nella ricerca nell’immunologia possibile futura soluzione terapeutica alle malattie. Con i suoi studi fino all’individuazione dell’immunità innata è oggi considerato una figura di riferimento che ha scritto con il suo gruppo di ricercatori italiani una pagina fondamentale della medicina moderna. Il premio è stato consegnato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, membro d’onore della giuria.
Il premio “La Parola che Cura”, attribuito ogni anno ad un’associazione di pazienti per l’attività di comunicazione e divulgazione sulla sua patologia di riferimento e le problematiche ad essa connessa. Quest’anno la giuria ha premiato AISM per il progetto PortrAIts, serie di 12 immagini e ritratti in mostra, realizzate grazie a un programma di Intelligenza Artificiale che, insieme a professionisti della comunicazione, ha rielaborato il racconto e le parole di persone con sclerosi multipla, generando immagini sorprendenti, diverse dalla realtà visibile che pure le ha ispirate e andando a rivelare in modo creativo anche quegli aspetti della vita con la patologia che altrimenti resterebbero non comunicabili e incomprensibili a chi non li vive direttamente sulla propria pelle.
Il premio “Il valore del Partenariato pubblico-privato”, riconoscimento espressamente rivolto ai giovani neolaureati che punta a valutare il pensiero analitico, la capacità di indagine e di approfondimento degli studenti, chiamandoli a produrre un elaborato su questo tema è stato assegnato alla giovane professionista in Public Affairs Vjola Brahushi, 26 anni che sarà inserita come tirocinante presso il Dipartimento Public Affairs di Sanofi Italia e collaborerà con un Tutor aziendale a progetti con le Istituzioni nazionali e regionali.