Lo studio ha mostrato che, passando dal sale normale a quello arricchito di potassio, è possibile ottenere una riduzione del rischio di ictus del 14%, di eventi cardiovascolari maggiori del 13%, mentre il rischio di morte prematura è calato del 12 punti percentuali
Sebbene la riduzione dell’assunzione di sale sia al centro dei consigli dietetici per controllare la pressione alta, un nuovo studio del George Institute for Global Health suggerisce che aumentare l’assunzione di potassio può essere altrettanto se non più importante. “Alti livelli di assunzione di sodio e bassi livelli di assunzione di potassio sono diffusi, ed entrambi sono collegati all’ipertensione e a un maggiore rischio di ictus, malattie cardiache e morte prematura – sottolinea la dottoressa Liping Huang, autrice principale della ricerca – . L’uso di un sostituto del sale in cui parte del cloruro di sodio viene sostituita con cloruro di potassio risolve entrambi i problemi contemporaneamente”.
In particolare, “lo studio – così come descritto dagli autori nell’abstract della ricerca – ha dimostrato che l’uso di sale arricchito di potassio riduce significativamente la pressione sanguigna sistolica, il rischio di ictus, di altri eventi cardiovascolari maggiori e la mortalità in generale”. I ricercatori hanno analizzato i dati dello studio randomizzato su larga scala del George Institute, il Salt Substitute and Stroke Study, che ha coinvolto 20.995 partecipanti seguiti per cinque anni.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Human Hypertension, ha mostrato che, passando dal sale normale a quello arricchito di potassio, è possibile ottenere una riduzione del rischio di ictus del 14%, di eventi cardiovascolari maggiori del 13%, mentre il rischio di morte prematura è calato del 12 punti percentuali. I dati sono poi stati combinati con quelli di altre fonti esterne. È così emerso che il potassio supplementare rappresentava tra il 61% e l’88% degli effetti di abbassamento della pressione sanguigna registrati nello studio. In generale, i risultati hanno indicato che la maggior parte della riduzione della pressione sanguigna era attribuibile all’aumento del potassio nella dieta piuttosto che alla diminuzione del sodio.
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