«Prevenzione sia nuova rivoluzione culturale in medicina. La possibilità di avere un buon invecchiamento è nelle nostre mani». Così il professore Silvio Garattini presentando il suo nuovo libro
La nuova sfida della salute è l’invecchiamento di successo, un tema strettamente legato alla sana alimentazione e alle buone abitudini di vita. Questo il focus dell’evento virtuale che si è svolto ieri sulla pagina Facebook e sul canale YouTube dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).
Con l’occasione, è stato presentato il libro “Invecchiare bene. La guida pratica per vivere a lungo, felici e in salute”, scritto dal professor Silvio Garattini, fondatore e Presidente dell’Istituto Mario Negri, in collaborazione con il professor Ugo Lucca, responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica dello stesso istituto. All’evento hanno partecipato il professor de Gaetano e la professoressa Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed.
«L’invecchiamento dipende da tre fattori – ha spiegato il professore – il primo, la genetica e la predisposizione alle malattie. Il secondo sono gli stili di vita: mangiare sano, non fumare, non fare uso di droghe, limitare l’alcool, evitare la sedentarietà e il sovrappeso, dormire almeno sette ore a notte, fare attività fisica e intellettuale. Molti studi – ha rilevato Garattini – indicano come i corretti stili di vita possano attenuare il peso della genetica. Poi c’è il terzo fattore sul quale abbiamo poche possibilità di influire: gli incidenti che ci possono capitare. Ma è certo – ha assicurato – che statisticamente la possibilità di avere un buon invecchiamento è nelle nostre mani».
Secondo il fondatore del Mario Negri, la prevenzione è un’arma a salvaguardia del nostro SSN. «Noi siamo tra i Paesi ai primi posti per la lunghezza della vita – ha specificato – ma se valutiamo la durata di vita sana, siamo al 15esimo posto perché abbiamo in media sei anni per i maschi e otto per le femmine in cattive condizioni di salute. Bisogna educare alla prevenzione fin da piccoli, grazie ai genitori. A scuola, si deve insegnare la scienza, a crescere seguendo sane abitudini di vita» ha aggiunto.
Lo scienziato invoca una grande rivoluzione culturale in medicina: «Più del 50% delle malattie croniche (diabete, insufficienza cardiaca, renale, respiratoria) e il 70% dei tumori sono evitabili praticando dei corretti stili di vita. E abbiamo ancora 160mila morti all’anno in Italia per tumore. Dobbiamo agire in questo senso».
Sì, dunque, alla promozione della salute nelle scuole con campagne di informazione accompagnate da interventi diretti a cambiare gli atteggiamenti e i comportamenti. «Serve il contributo di sociologi, antropologi, pubblicitari che riescano a trasmettere l’importanza della prevenzione per riuscire, alla fine, ad avere una buona qualità di vita».
Su questo, Garattini solleva un conflitto d’interessi: «Non possiamo nasconderci che la medicina è un grande mercato, ha grandi interessi economici. Se noi evitiamo il 50% delle malattie evitiamo anche il 50% dell’uso dei farmaci. Se tutti smettessero di fumare – ha ammesso – dovremmo chiudere la maggior parte delle chirurgie toraciche perché avremmo molto meno tumori del polmone».
Giovanni de Gaetano, Presidente dell’Istituto di Pozzilli, ha parlato di «una rivoluzione copernicana della medicina, al centro della quale c’è la persona. Una presa in carico del paziente a 360 gradi, un approccio personalizzato che deve tener conto delle condizioni generali della persona» ha detto.
Il capitolo del libro dedicato all’alimentazione è stato realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed di Pozzilli. Uno studio dei ricercatori ha rivelato che il modello tradizionale di dieta mediterranea, ricco di frutta, verdura, pesce, legumi, olio di oliva e cereali, poca carne e latticini e un moderato consumo di vino ai pasti, si associa a una riduzione media del 25% della mortalità per tutte le cause, con vantaggi, in particolare, per quella cardiovascolare e cerebrovascolare.
«La dieta mediterranea non è soltanto un elenco di cibi – ha evidenziato Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione del Neuromed – ma una filosofia di vita, una cultura che si tramanda, in cui la socialità e la convivialità erano importanti. Aderire alla dieta mediterranea fin dalla prima infanzia è importante per garantirci una vita lunga. Adottare questo stile di vita significa – ha sottolineato Iacoviello – vivere meglio sia dal punto di vista fisico che mentale».
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