Pfizer pubblica i primi risultati del suo siero su ragazzi da 12 a 15 anni: efficacia al 100%. Su AstraZeneca Ema si riunisce per esaminare ulteriori dati su trombosi sospette, mentre la Germania sospende il vaccino agli under 60
Mentre l’Italia va verso l’implementazione del quarto vaccino anti-Covid nel piano vaccinale, il siero Johnson&Johnson, nel mondo si delineano importanti novità per quelli già in distribuzione. Per primo Comirnaty, il vaccino Pfizer-BioNTech, che ha mostrato risultati promettenti nei primi test sui ragazzi. Al momento il vaccino è autorizzato per l’uso di emergenza dai 16 anni in su.
Il vaccino si è rivelato “sicuro ed efficace” negli adolescenti dai 12 ai 15 anni, secondo i dati del trial clinico in corso su circa due-trecento giovani. Tanto che le due aziende puntano al suo possibile utilizzo già dal prossimo anno scolastico. Ad annunciarlo sono stati Pfizer e BionTech spiegando, in una nota congiunta, aggiungendo che sottometteranno i dati all’ente regolatore Usa, la Food and Drug Administration (Fda), nelle prossime settimane. Il vaccino, sottolineano, è risultato «efficace al 100% nel prevenire la malattia sintomatica e ha innescato una risposta immunitaria anche più robusta di quella vista nei giovani adulti».
Israele prevede di somministrarlo ai giovani di età compresa tra 12 e 15 anni subito dopo l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda). Lo ha fatto sapere dopo la nota congiunta il ministro israeliano della Salute, Yuli Edelstein. «L’annuncio della Pfizer è una notizia fantastica – ha dichiarato Edelstein, secondo il Jerusalem Post -. Ora non resta altro da fare che una rapida approvazione di più acquisti di vaccini, così da poter essere pronti a vaccinare immediatamente dopo l’approvazione della Fda». Intanto è al via, la prossima settimana, lo studio clinico sul vaccino Pfizer-BionTech nei bimbi dai due ai cinque anni d’età.
Intanto, sul vaccino Oxford-AstraZeneca è arrivato un nuovo pronunciamento dell’Agenzia europea del Farmaco, dopo la decisione della Germania di sospendere la somministrazione agli under 60, come aveva già fatto la Francia. «Un nesso causale con il vaccino per i casi di trombosi rare segnalati dopo la somministrazione non è dimostrato ma è possibile, e ulteriori analisi stanno continuando» ha comunicato l’Ema. Lunedì l’Ema ha convocato un gruppo di esperti per un’ulteriore valutazione su Vaxzevria, neo-nome deciso e approvato per il vaccino AstraZeneca.
Al momento «la revisione non ha identificato alcun fattore di rischio specifico, come l’età, il sesso o una precedente storia medica di disturbi della coagulazione, per gli eventi molto rari di trombosi anomale segnalate dopo la somministrazione del prodotto» ha riferito Ema. «L’Ema ha convocato una riunione del gruppo di esperti ad hoc per fornire ulteriori contributi alla valutazione in corso – è stata la rassicurazione -. Esperti esterni indipendenti, afferenti a un’ampia gamma di specialità mediche, inclusi ematologi, neurologi ed epidemiologi, hanno discusso aspetti specifici come possibili meccanismi di queste trombosi rare, se è possibile identificare fattori di rischio sottostanti, e quali dati aggiuntivi sono necessari per caratterizzare ulteriormente gli eventi osservati e il rischio potenziale. Il risultato di questa riunione sarà discusso dal Prac e contribuirà alla valutazione in corso». Il Prac, dovrebbe emettere una raccomandazione aggiornata durante la sua riunione plenaria di aprile, in programma dal 6 al 9 aprile.
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