Oltre 60 i casi accertati tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Guariti due pazienti allo Spallanzani. Rientrati intanto in Italia i 19 connazionali bloccati sulla nave da crociera Diamond Princess: trascorreranno 14 giorni di quarantena alla Cecchignola
Sono un cittadino veneto di 78 anni ed una donna di 77 anni deceduta a Codogno le prime vittime del nuovo coronavirus in Italia. Continua ad aumentare di ora in ora poi il numero dei contagiati: alle ore 19.00 sono 46 i casi accertati in Lombardia (41 nel basso lodigiano, 2 a Pavia, 2 a Cremona, 1 a Milano), 11 in Veneto, 3 in Emilia Romagna e uno a Torino. Al momento non risultano collegamenti tra il focolaio veneto e quello lombardo, mentre i casi registrati in Emilia Romagna (ricoverati all’ospedale di Piacenza) e in Piemonte avrebbero avuto contatti con la zona della Lombardia colpita dal coronavirus.
Guariti invece due dei tre pazienti ricoverati all’ospedale Spallanzani. Si tratta di uno dei due turisti cinesi, che risulta ora negativo al coronavirus, e l’italiano rientrato da Wuhan, che è stato dimesso.
Nonostante sia stato il Paese che ha adottato le misure precauzionali più stringenti d’Europa, l’Italia balza quindi al primo posto per numero di vittime e di casi accertati nel continente. Ma i numeri potrebbero continuare a salire: si attendono infatti i risultati dei tamponi che si continuano a fare su tutti i contatti stretti dei pazienti che sono stati infettati.
IL FOCOLAIO IN LOMBARDIA
Il manager tornato dalla Cina e ritenuto la fonte del focolaio in Lombardia non avrebbe sviluppato gli anticorpi al coronavirus e non sarebbe il paziente zero, ancora quindi da individuare.
I casi accertati nella regione sono quasi tutti correlati all’ospedale di Codogno, vero centro del focolaio lombardo: oltre ai contagiati nel basso lodigiano, sono un pediatra di libera scelta (che si è sottoposta ad una radiografia presso la struttura sanitaria di Codogno) ed il marito, un medico di medicina generale con ambulatori tra il basso lodigiano e la provincia pavese, i due casi registrati a Pavia. A Cremona è risultata invece positiva una ragazza di 38 anni di Sesti Uniti, ricoverata da qualche giorno in Pneumologia, che è collegata con un dipendente dell’ospedale di Codogno e che a sua volta pare abbia contagiato il secondo caso accertato nella provincia. Positivo al coronavirus anche un paziente ricoverato al San Raffaele di Milano.
«E’ un elemento ordinario che il focolaio sia nato in un ospedale – ha commentato Gallera in tarda mattinata – visto che è lì che vanno le persone che stanno male». La dottoressa Gramegna, dirigente dell’assessorato al Welfare, ha quindi elencato le misure adottate per tutelare gli operatori sanitari: «Abbiamo dato indicazioni chiare sulle modalità di tutela e disposizioni di protezione individuale. Ai casi sospetti che accedono alle aree sanitarie deve essere chiesto di indossare guanti e mascherina e abbiamo chiesto che per questi pazienti venga individuato un percorso separato all’interno degli ospedali. Poi è competenza e responsabilità della dirigenza sanitaria ospedaliera controllare che queste indicazioni vengano rispettate».
Non è certo invece il nesso di causalità tra la donna deceduta ed il coronavirus: è stata infatti trovata morta nel suo domicilio ed è risultata positiva al tampone per il coronavirus eseguito post-mortem. «Soffriva di una serie di altre patologie – ha spiegato Gallera -. La causa del decesso va quindi indagata, anche se a tutti gli effetti è da considerare la prima vittima del coronavirus in Lombardia».
Si continuano ovviamente a cercare i contatti stretti di tutti i casi accertati: «Tra ieri e questa mattina – ha aggiunto Gallera – abbiamo ricevuto i risultati di 259 tamponi, anche se quelli fatti e di cui aspettiamo i risultati sono molto di più. Il 13% è risultato positivo, a conferma dell’elevata contagiosità del virus. Ma in circa la metà dei casi accertatati la gestione è abbastanza ordinaria».
L’assessore e il governatore hanno inoltre confermato l’efficacia delle misure di isolamento adottate ieri che coinvolgono dieci comuni del lodigiano e circa 50mila persone: «Le persone stanno rimanendo a casa, e questo è fondamentale per evitare la diffusione del virus». Intanto anche il comune di Cremona ha deciso di chiudere le scuole e di annullare le manifestazioni pubbliche mentre il comune di Pavia sta valutando l’adozione di misure simili. «Abbiamo presentato una serie di proposte al governo su come intervenire – ha detto Fontana – e stiamo aspettando le loro valutazioni, anche in merito all’utilizzo delle strutture militari individuate a Milano e Piacenza per la quarantena».
Infine un plauso agli operatori sanitari delle strutture coinvolte: «Stanno facendo un lavoro straordinario – ha detto Gallera -. Il sistema è sottoposto ad una grande pressione, ma sta dando prova di un’efficacia straordinaria».
IL FOCOLAIO IN VENETO
Undici al momento i casi confermati in Veneto, dieci dei quali a Vo’ Euganeo e un cittadino di Mira. Quest’ultimo è ricoverato in terapia intensiva a Padova e le sue condizioni, a detta del governatore Zaia, sono preoccupanti, ma tutti i suoi contatti che sono stati sottoposti al tampone risultano al momento negativi. Tra i positivi al coronavirus di Vo’ anche la moglie e la figlia del paziente deceduto nella notte.«Quello che preoccupa – ha detto Zaia – è il fatto che i pazienti zero di entrambi i focolai non siano ancora stati individuati. Intanto abbiamo inviato ai sindaci del Veneto le prime indicazioni e le università della Regione resteranno chiuse, ma siamo in attesa delle linee guida nazionali che sta elaborando il governo e che dovrebbero arrivare in giornata. Quello che abbiamo chiesto – ha concluso – è un approccio uniforme su tutto il territorio nazionale».
ALLA CECCHIGNOLA GLI ITALIANI DELLA DIAMOND PRINCESS
Sono intanto rientrati in Italia i 19 connazionali che erano rimasti bloccati in Giappone sulla nave da crociera Diamond Princess a causa dell’emergenza coronavirus. Atterrati all’aeroporto militare di Pratica di Mare, sono stati sottoposti ad un primo screening medico e trasferiti alla Cecchignola dove trascorreranno i quattordici giorni di isolamento.
BUONE NOTIZIE DALLO SPALLANZANI
Il giovane italiano proveniente dalla città di Wuhan sta bene, tutti i test più recenti sono negativi al test per la ricerca del nuovo coronavirus ed è stato dimesso. Ad annunciarlo è il bollettino odierno dell’ospedale Spallanzani, dove è stato ricoverato il ricercatore rientrato nei giorni scorsi dalla città cinese e trasferito all’INMI dalla Cecchignola.
La coppia di turisti cinesi continua ad essere ricoverata allo Spallanzani, ma le loro condizioni sono in continuo e progressivo miglioramento. Entrambi hanno concluso la terapia antivirale. Il marito in particolare sta meglio: è uscito da qualche giorno dalla terapia intensiva, risulta negativo ai test per la ricerca del Covid-19, non necessita di terapia con ossigeno, si alimenta autonomamente e sta iniziando la riabilitazione motoria. La moglie è invece ancora ricoverata in terapia intensiva, è in respiro spontaneo e non necessita più di supporto ventilatorio. E’ vigile, contattabile e risponde alle domande. Necessita ancora di monitoraggio per la presenza di patologie preesistenti.
Il giovane studente italiano proveniente dalla città di Wuhan è infine ancora ricoverato ed è in ottime condizioni di salute e di umore.
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