Salute 2 Settembre 2022 12:14

Primo trapianto di utero in Italia, nata la prima bambina

È nata all’Ospedale Cannizzaro di Catania Alessandra, figlia della donna che ha ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia. E’ la prima nascita di questo tipo nel nostro Paese e il sesto caso al mondo di gravidanza portata a termine con successo dopo un trapianto di utero da una donatrice deceduta

Primo trapianto di utero in Italia, nata la prima bambina

Si chiama Alessandra, è nata all’Ospedale Cannizzaro di Catania, nella 34esima settimana di gravidanza e pesa 1,7 chilogrammi. La sua mamma ha il Covid, ma lei è riuscita a sfuggire al virus. Ora è ricoverata in Terapia intensiva: non è intubata, ma respira in maniera assistita e non ha altri problemi. Dopo il cesareo la sua mamma l’ha potuta vedere solo in foto. Ma tanto le è bastato per capire che la sua Alessandra è un «miracolo». La piccola ancora non lo sa, ma lei è la prima bambina che è nata in Italia dopo che la sua mamma ha ricevuto un trapianto di utero.

È il sesto caso al mondo di gravidanza portata a termine dopo il trapianto

Per il nostro paese è il primo parto di questo tipo ed è il sesto caso al mondo di gravidanza portata a termine con successo dopo un trapianto da donatrice deceduta. La mamma di Alessandra, oggi 31enne, era nata priva di utero a causa di una rara patologia congenita, la sindrome di Rokitansky. La donatrice è una 37enne, già madre, deceduta per un improvviso arresto cardiaco e che aveva espresso in vita il «consenso» al momento del rinnovo della carta d’identità. I genitori della piccola Alessandra hanno deciso di dare alla neonata il nome della donna. Il trapianto era stato effettuato nell’agosto 2020, in piena pandemia, al centro Trapianti dell’Azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Catania da un’equipe multidisciplinare composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia, nell’ambito di un programma sperimentale coordinato dal Centro nazionale trapianti.

Dopo il trapianto di utero è iniziato il percorso di fecondazione assistita omologa

Successivamente la donna è stata seguita dall’equipe di Paolo Scollo al reparto da lui diretto di Ostetricia e ginecologia dell’azienda ospedaliera Cannizzaro, Unità operativa complessa clinicizzata dell’Università Kore di Enna. Al Cannizzaro la paziente e il marito hanno poi iniziato il percorso di fecondazione assistita omologa, grazie agli ovociti prelevati e conservati, prima dell’intervento, nella biobanca per la preservazione della fertilità dello stesso ospedale. «La vita ha trionfato grazie alla scienza. Complimenti ai professionisti, alle loro equipe e tanta felicità per un evento così lieto. La Sicilia è anche questo. E ne siamo orgogliosi», commenta il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, su Facebook.

Cardillo (Cnt): «La sperimentazione è ancora agli inizi»

«La nascita di questa bambina – dice Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti  – è un risultato straordinario. Questa sperimentazione è ancora agli inizi, soprattutto per quanto riguarda gli interventi a partire da donatrici decedute, che sono solo il 20% dei già pochi trapianti di utero finora realizzati nel mondo». In lista d’attesa per sottoporsi alla stessa procedura ci sarebbero altre 5 donne italiane. Per Cardillo, «la piccola Alessandra oggi rappresenta per le donne nate prive di utero una speranza concreta di poter condurre una gravidanza ed è l’ennesima testimonianza di come la medicina dei trapianti e la donazione degli organi siano un valore da promuovere sempre di più».

 

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