Salute 14 Marzo 2025 17:30

Probiotici: “Nei bambini riducono del 30% la durata di febbri da infezioni respiratorie”

La ricerca ha coinvolto 128 bambini, di età compresa tra 28 giorni e quattro anni, tutti accorsi al Pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Milano a causa di un'infezione delle alte vie respiratorie e febbre superiore a 38 gradi e mezzo
Probiotici: “Nei bambini riducono del 30% la durata di febbri da infezioni respiratorie”

Verificare l’efficacia di una miscela di probiotici orali nella riduzione della durata della febbre nei bambini affetti da infezioni delle alte vie respiratorie (Urti): è questo l’obiettivo dello studio condotto da un team di ricercatori dell’Unità di Pediatria della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dell’Università Statale di Milano, appena pubblicato su ‘Jama Network Open’. La ricerca ha coinvolto 128 bambini, di età compresa tra 28 giorni e quattro anni, tutti accorsi al Pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Milano a causa di un’infezione delle alte vie respiratorie e febbre superiore a 38 gradi e mezzo.

Lo studio

I piccoli sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha ricevuto tre ceppi di probiotici per 14 giorni, mentre il secondo (gruppo di controllo) ha ricevuto un placebo. I risultati hanno mostrato che i bambini che hanno assunto i probiotici hanno avuto una riduzione della durata della febbre di oltre il 30% rispetto al gruppo placebo, pari a circa due giorni in meno. Non sono emerse differenze significative nell’uso di antibiotici o nell’incidenza della diarrea nei bambini trattati con antibiotici. Inoltre, la supplementazione è stata ben tollerata, senza effetti avversi significativi. “Questo studio apre alla possibilità di interventi volti a modulare indirettamente il sistema immunitario nei bambini con infezioni acute respiratorie tramite supplementazioni di probiotici”, commenta Gregorio P. Milani, professore di Pediatria in UniMi e dirigente medico presso il Pronto soccorso pediatrico del Policlinico milanese.

Necessarie ulteriori ricerche

“Ulteriori studi – aggiunge Carlo Agostoni, professore di Pediatria in Statale e direttore di Pediatria (pneumoinfettivologia e immunoreumatologia) al Policlinico di Milano – dovrebbero valutare il possibile impatto di questi nuovi interventi non solo sulla salute del bambino con infezioni respiratorie, ma anche in termini di riduzione dei giorni di assenza da scuola per i bambini e dal lavoro per i genitori, in analogia con gli effetti positivi già osservati con singoli ceppi sulle gastroenteriti”. Inoltre, evidenzia Silvia Bettocchi, nutrizionista al Policlinico, “è necessario approfondire i meccanismi soggiacenti la riduzione della durata della febbre”.

Che cosa sono le Urti

Le infezioni delle vie respiratorie superiori (Urti) rappresentano circa il 90% delle infezioni respiratorie  pediatriche in tutto il mondo. È piuttosto comune che un bambino abbia dai cinque agli otto episodi all’anno, soprattutto nei primi cinque anni di vita. Le Urti sono scatenate da diversi agenti infettivi, principalmente virus respiratori. I sintomi solitamente raggiungono il picco in 3-5 giorni, si risolvono entro 14 giorni e includono congestione e secrezione nasale, mal di gola, arrossamento o secrezione dagli occhi, tosse, raucedine, irritabilità, diminuzione dell’appetito, disturbi del sonno e febbre. La febbre, in particolare, è una caratteristica comune nei pazienti affetti da Urti, con un impatto sostanziale sul benessere del bambino e sulle attività fisiche e scolastiche. Inoltre, è una potenziale fonte di preoccupazione sia per i medici che per gli operatori sanitari ed è associata a un uso aumentato, e talvolta inappropriato, di antibiotici.

I trattamenti

Attualmente, non esiste un trattamento di routine basato sull’evidenza per le Urti. L’uso di antipiretici riduce transitoriamente la temperatura corporea, ma non ha alcun effetto sulla durata complessiva della febbre. Gli antibiotici sono efficaci solo in un numero limitato di Urti. Negli ultimi decenni, la somministrazione di probiotici è emersa come un nuovo potenziale approccio alla gestione delle malattie infettive. L’applicazione più diffusa di questi integratori è stata l’attenuazione dei sintomi gastrointestinali, tuttavia l’interazione tra microbioma intestinale, processi infiammatori e risposta immunitaria suggerisce il possibile ruolo dei probiotici nelle condizioni infettive non limitate al tratto gastrointestinale. Lo studio ha voluto indagare il ruolo dei probiotici nei bambini con infezioni del tratto respiratorio.

 

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