Il 20% delle coppie lamenta problemi di infertilità e sterilità; tra le cause, la mancanza di prevenzione ed educazione sui temi della fertilità. È nata, per questo, “La campagna del Cavolo” di Pma Italia (Procreazione Medicalmente Assistita)
In Italia nascono sempre meno bambini. I motivi di un tasso di natalità così in calo sono da ricercare negli stili di vita sbagliati, nella scelta di diventare genitori in età avanzata, nella mancanza di prevenzione e informazione sulla fertilità e nella possibilità di accesso alla fecondazione medico-assistita altamente variabile da regione a regione con grandi differenze tra centri pubblici e privati.
Il convegno “La campagna del…cavolo”, che si è tenuto l’8 marzo presso la Sala Isma del Senato a Roma, è stato organizzato dalla Fondazione Pma Italia (Procreazione Medicalmente Assistita) per ragionare su quanto è stato fatto e su quanto ancora c’è da fare sulla fecondazione assistita. Il direttore di Pma Italia, l’ente rappresentativo dei principali centri di procreazione medicalmente assistita pubblici e privati e delle associazioni di pazienti, è l’Avvocato Professore Gianni Baldini, che ai nostri microfoni ha sottolineato l’importanza di campagne informative per prevenire problematiche di infertilità e ha definito strategie da realizzare per combattere la denatalità.
«I numeri ci dicono che l’Italia presenta uno dei più bassi tassi di natalità al mondo. Nel 2018, i nati sono stati meno dei morti – ha spiegato il direttore di Pma Italia -. Il problema va affrontato in vari modi: sotto il profilo economico e con misure di carattere sociale e di riorganizzazione del sistema».
L’età media delle mamme è in costante aumento: «Italia, Grecia e Spagna, hanno tassi di natalità molto inferiori ai paesi nordici – ha sostenuto l’avvocato Baldini – questo perché, spesso, una donna conclude il suo ciclo di studi e inizia un percorso lavorativo nel momento in cui sta quasi cessando la sua possibilità riproduttiva. La Fondazione Pma Italia promuove misure importanti per consentire una ripresa della natalità – ha continuato l’avvocato -. Le quattro parole chiave sono: educazione, informazione, preservazione e prevenzione».
È importante essere informati: «“La Campagna del Cavolo” – ha specificato Baldini – prevede spot pubblicitari e televisivi, conferenze nelle scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani per divulgare gli stili di vita corretti da seguire, quelli non corretti e tutte le nuove possibilità di preservazione della fertilità e riproduttive come il congelamento dei gameti per ragioni mediche (malattie) o sociali».
In presenza di difficoltà naturali, oggi, grazie alle tecnologie biomediche, si può diventare genitori e costruire una famiglia. «Grazie alla fecondazione medico- assistita – ha sottolineato l’avvocato Baldini – è possibile preservare il materiale biologico e utilizzarlo dopo, quando la possibilità riproduttiva non c’è più. Oppure, parallelamente per le donne, si può pensare di conservarlo in giovane età per poi impiegarlo nel momento in cui si è pronti per un progetto genitoriale».
Sarebbe opportuno riaprire un dibattito politico sulla procreazione medica assistita in Italia per favorire la ricerca e facilitare il percorso delle coppie che vogliono conoscere e valutare i trattamenti disponibili in caso di infertilità o sterilità. Finora, in Italia, sono nati 15 mila bambini dalla fecondazione assistita. Pochi, se pensiamo ai paesi del Nord Europa dove le percentuali sono più alte. «Un numero sicuramente significativo – ha concluso il direttore di Pma – ancora molto basso rispetto al 9-10% dei paesi del nord Europa, ma che tenta di far risalire un tasso di natalità che, al momento, sembra invece ancora destinato a scendere».