L’invito alla responsabilità del presidente Simeu: “Non andare in Pronto Soccorso per febbre o tosse, ma rimanere a casa e contattare il medico di base. Venire solo per difficoltà reali. Dopo l’Epifania, con la riapertura delle scuole, prevediamo un ulteriore incremento dei casi”
“Una barellopoli”: è in una sola parola che il presidente della Società italiana sistema 118 (Sis 118), Mario Balzanelli, descrive la situazione di sovraffollamento in cui versano la maggior parte dei pronto soccorso italiani, dal nord al sud della Penisola. “Gli accessi durante le festività sono aumentati fino ed oltre il 50%, rispetto all’afflusso ordinario – sottolinea il presidente Balzanelli, in un’intervista a Sanità Informazione -. E nell’80% dei casi, chi si presenta al pronto soccorso, arrivando con mezzi propri, non è quasi mai in gravi condizioni. Per questo – continua il presidente Sis 118 – le cure di questi pazienti dovrebbero essere affidate alla medicina territoriale. A nulla serve progettare un ampliamento dei pronto soccorso, piuttosto – incalza Balzanelli – è la rete di assistenza territoriale a dover essere rafforzata. E in attesa che si realizzano ospedali e case della Comunità si potrebbe contare sull’operatività dei punti di assistenza del 118 che, laddove funzionanti, come in Puglia, riescono a garantire un’assistenza immediata, adeguata e senza attesa. Con il dm70 è stata disposta la chiusura della maggior parte di questi presidi, lasciando attivi solo quelli dove l’afflusso era talmente elevato da non poter essere dirottato altrove”, racconta Balzanelli.
La maggior parte delle persone che ha raggiunto i pronto soccorso tra gli ultimi giorni dello scorso anno e i primi di quello appena cominciato è affetta da influenza con forte impegno respiratorio. “Sono cioè aumentate le forme di influenza con complicanze“, aggiunge il presidente Sis 118. Una crescita di richieste di soccorso dovuta anche al fatto che “molti punti di guardia medica sul territorio sono chiusi per mancanza di personale”, continua Balzanelli. E la ‘barellopoli’ è la conseguenza diretta di questa situazione: “Le ambulanze arrivano negli ospedali ma, non potendo lasciarvi i pazienti per mancanza di posto, rimangono bloccate nella rampe di accesso dei pronto soccorso e i pazienti ‘parcheggiati’ per ore ed ore sulle barelle. L’attività del 118 viene bloccata e le persone, comprese quelle che richiederebbero cure immediate, assistite con estremo ritardo”.
Per far fronte a tutte queste criticità, peggiorate dall’aumento dei casi di influenza e di Covid, medici, operatori e professionisti sanitari sono costretti a turni no stop. La Regione Lazio, ad esempio, ha chiesto ai direttori generali delle Asl di richiamare i medici al lavoro dalle ferie per ridurre i disagi. Solo nel Lazio, spiega il presidente Simeu, Fabio De Iaco, ” i pazienti in attesa di ricovero nei pronto soccorso, in alcuni momenti, hanno superato le mille unità, mentre in Lombardia i ricoveri ordinari sono stati sospesi proprio a causa del sovraffollamento”. A Napoli, l’ospedale Cardarelli è sotto pressione: solo il primo gennaio sono stati 209 gli accessi al Pronto soccorso, di cui 16 codici rossi.
“A livello nazionale – rileva De Iaco – stiamo registrando una fortissima pressione su tutti i pronto soccorso ed in varie regioni sono stati attivati i piani contro il sovraffollamento. Sono mirati al reperimento di ulteriori posti letto ma, dal momento che i posti letto ospedalieri sono cronicamente insufficienti, in pratica non si può fare altro che sottrarre letti ad altre specialità, come ad esempio la chirurgia. Il problema, ovviamente, non si risolve in questo modo e chiediamo misure strutturali. Le ferie, seppure qualche azienda ospedaliera è riuscita a prevederle durante le festività natalizie, rappresentano ormai un lusso”. Gli esperti rinnovano, a chi non l’avesse ancora fatto, l’invito a vaccinarsi: “C’è ancora tempo, sia contro l’influenza che contro il Covid, ed è importante farlo – dice De Iaco -. Dopo l’Epifania, infatti, riapriranno le scuole e prevediamo un ulteriore incremento dei casi”. Infine, De Iaco invita tutti i cittadini ad “essere responsabili, non andando in pronto soccorso per febbre o tosse. In questi casi rimanere a casa e contattare il medico di base. Venire in pronto soccorso – conclude – solo per difficoltà reali”.
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