Salute 24 Maggio 2021 16:01

Psichiatria di comunità, Zanalda (SIP): «Il modello c’è, mancano risorse economiche e professionali»

A 43 anni dalla legge Basaglia, che ha sancito la chiusura dei manicomi, l’assistenza psichiatrica non è a pieno regime. Il presidente della SIP: «Serve una regia centrale che coordini ambulatori, strutture residenziali e semi-residenziali e reparti ospedalieri»

di Isabella Faggiano
Psichiatria di comunità, Zanalda (SIP): «Il modello c’è, mancano risorse economiche e professionali»

“We two are one”: è il titolo di una canzone degli Eurythmics, uno dei gruppi preferiti di Andrea Soldi, il 45enne torinese che, nel 2015, ha perso la vita durante un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). “Noi due siamo uno” è anche la frase che Andrea ha scritto e riscritto nelle pagine del suo diario e che, ora, ha dato il titolo al libro pubblicato sulla sua storia. Un racconto che ha acceso nuovamente i riflettori sulla condizione dell’assistenza psichiatrica in Italia.

Oltre la chiusura dei manicomi

Sono trascorsi 43 anni dalla legge Basaglia (la legge n. 18 associata comunemente al nome di Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma), approvata il 13 maggio del 1978, eppure ci sono ancora molti tasselli mancanti affinché il sistema possa operare a pieno regime in tutte le regioni d’Italia.

«Siamo l’unico Paese al mondo che ha chiuso sia gli ospedali psichiatrici che gli ospedali psichiatrici giudiziari – spiega Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di Psichiatria -, a favore di un modello di psichiatria di comunità. Gli obiettivi di questo cambiamento epocale sono stati descritti per la prima volta nel 1994, lasciando un vuoto normativo di ben 16 anni, per poi essere rivisitati nel 2000. La successiva riforma dell’articolo V, che ha sancito la regionalizzazione della sanità, poi, ha provocato, ulteriori rallentamenti nell’organizzazione di questo modello di psichiatria di comunità».

Il sistema c’è, mancano le risorse

Ad oggi, la mancanza di risorse economiche è il principale ostacolo da superare: «Era stato concordato che ogni regione destinasse il 5% della spesa sanitaria regionale alle cure psichiatriche, ma questa percentuale – sottolinea il presidente della Sip – viene rispettata solo nella provincia di Bolzano e in Emilia Romagna».

Le discrepanze regionali si rispecchiano anche nella struttura organizzativa: «Sono ancora troppo poche le regioni che offrono un’assistenza integrata con i servizi per le dipendenze e la neuropsichiatria infantile. Così come, nella maggior parte delle strutture, sarebbe necessaria una maggiore presenza di professionisti che collaborino in team con gli psichiatri, dagli psicologi ai tecnici della riabilitazione psichiatrica, fino agli assistenti sociali», aggiunge Zanalda.

Di queste carenze pagherebbero le conseguenze, stando alle ultime stime del Ministero della Salute, oltre 837 mila persone, cifra a cui vanno aggiunti i cosiddette pazienti sommersi (coloro che non hanno ancora ricevuto una diagnosi).

Il  modello del dipartimento di salute mentale

Eppure, sarebbe sufficiente organizzare e mettere in pratica il modello già esistente affinché tutti questi individui possano ricevere le cure adeguate. «La psichiatria di comunità – spiega Zanalda – prevede l’istituzione di un’unica regia che coordini i servizi offerti all’interno del progetto riabilitativo per ogni singolo paziente. Oltre agli ambulatori, devono essere previste strutture residenziale e semi-residenziali e i reparti ospedalieri per la gestione delle acuzie. Questo modello è stato concepito allo scopo di non allontanare il paziente dal luogo in cui vive, salvaguardando le sue relazione, sia da un punto di vista affettivo che lavorativo. Chi non viene trattato in modo tempestivo ed adeguato, infatti, rischia di perdere tutto ciò che ha costruito negli anni precedenti all’esordio della malattia».

Senza cure non c’è dignità

Purtroppo, però, dai primi sintomi al trattamento trascorrono in media 10 anni. Un tempo troppo lungo per tutte le malattie, comprese quelle di natura psichiatrica. «Prima si interviene e migliori saranno i risultati della terapia – evidenzia lo specialista – evitando la cronicizzazione della patologia. E per intercettare i disturbi psichiatrici precocemente è necessaria la presenza di un sistema organizzato ed efficiente».

E cosa accade laddove questo sistema non funziona o non è pienamente a regime? «Dipende molto dalle risorse familiari e individuali, così come dalle capacità del paziente di far valere i propri diritti. Purtroppo – conclude Zanalda – c’è anche chi finisce in prigione, chi diventa un homeless, trascorrendo una vita di trascuratezza e solitudine».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Malattie mentali: boom delle diagnosi, +30% in Italia
Una policrisi sanitaria, sociale, economica e politica, sta cambiando il nostro modo di vivere, acuendo il disagio psichico: le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. L'allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Psichiatria in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre
Long Covid, dopo 12 mesi crescono solo i sintomi psichiatrici
Uno studio tutto italiano condotto per 12 mesi denuncia un aumento dei sintomi psichiatrici. La Sinpf denuncia «una situazione difficilissima per la psichiatria italiana alle prese con un drammatico calo di risorse, strutture, personale e completamente dimenticata dal PNRR»
Giornata per la prevenzione del suicidio, nel mondo ogni 40 secondi una persona si toglie la vita
Al via il Convegno internazionale di suicidologia e salute pubblica. Il presidente Pompili: «Attenzione ai campanelli di allarme. C’è chi si libera improvvisamente di tutti i suoi beni, chi fa testamento pur essendo in buona salute, chi esce inspiegabilmente da una depressione profonda»
di Isabella Faggiano
Salute mentale, D’Arrando (M5S): «Ministero chiarisca su medici anti Basaglia in Friuli Venezia Giulia»
«Purtroppo, nel 2021 siamo ancora qui a dover difendere una legge, la 180 del 1978, che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità reputa la normativa più rispettosa al mondo dei diritti delle persone con disturbo mentale» commenta la deputata pentastellata
Coronavirus, il tasso di suicidi è salito? Maurizio Pompili (La Sapienza): «Conosceremo i dati solo a posteriori»
Lo psichiatra: «Chi è a rischio suicidio vuole vivere. Per ora serve prudenza»
di Tommaso Caldarelli
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...