Il Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi spiega perché la presenza dello psicologo negli istituti scolastici è essenziale: «Anche gli insegnanti ce lo stanno chiedendo, bisogna adattarsi alla nuova situazione»
Il 14 settembre, dopo una lunga pausa causata dall’emergenza Covid-19, gli studenti italiani torneranno a frequentare le aule scolastiche. Tecnici, governo e regioni stanno approntando tutte le misure necessarie per rendere il rientro a scuola privo di rischi, considerato l’aumento dei contagi da Covid cui stiamo assistendo negli ultimi giorni. Ma tra le indicazioni presenti nel Protocollo del Ministero dell’Istruzione, c’è anche la promozione del supporto psicologico per il personale scolastico e per gli studenti. «Una misura di prevenzione precauzionale indispensabile per una corretta gestione dell’anno scolastico», si legge.
Sulla base di una Convenzione tra Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, si promuove infatti un sostegno psicologico per fronteggiare situazioni di insicurezza, stress, ansia dovuta ad eccessiva responsabilità, timore di contagio, rientro al lavoro in “presenza”, difficoltà di concentrazione, situazione di isolamento vissuta.
Sul punto, forte il pressing del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi (CNOP): «Credo che quello dei bambini in particolare sia un disagio sommerso su cui si è fatta poca attenzione, perché il bambino non manifesta il suo disagio in maniera chiara, lo manifesta in forme sottili che non si percepiscono immediatamente», spiega il Presidente CNOP David Lazzari a Sanità Informazione.
«Dalle ricerche che abbiamo si evince che questo disagio c’è. La sicurezza non è solo nel distanziamento dei banchi; è anche il poter avere un ascolto, un aiuto. Anche gli insegnati in realtà ce lo stanno chiedendo, perché si trovano disorientati rispetto a una situazione che è cambiata e richiede nuove forme di adattamento».
L’idea dello psicologo a scuola non è una novità del post Covid. Già nel 2019 era stato firmato un protocollo d’intesa tra CNOP e MIUR per promuovere benessere e qualità della vita, e prevenire ogni forma di disagio all’interno del mondo della scuola attraverso il coinvolgimento pieno degli psicologi italiani. E nelle passate legislature diverse proposte di legge puntavano a introdurre questo servizio nelle scuole. «Già prima del Covid-19 si avvertiva l’utilità degli psicologi a scuola – spiega Lazzari – perché, va ricordato, il nostro primo compito è promuovere le risorse dei singoli e delle comunità, promuovendo risorse adattive e di resilienza».