Questo innovativo strumento riesce a distinguere tra il cervello di persone sane e quello di soggetti a rischio di episodi psicotici, consentendo un intervento specialistico preventivo. Lo studio
Prevedere l’insorgenza di un episodio psicotico, come deliri o allucinazioni, è possibile grazie ad uno strumento basato sull’intelligenza artificiale in grado di stabilire il rischio individuale dalla “lettura” di immagini di risonanza magnetica cerebrale. Questo innovativo strumento riesce a distinguere tra il cervello di persone sane e quello di soggetti a rischio di un episodi psicotici. Un’analisi di questo tipo permette, in altre parole, di prevedere un delirio o un’allucinazione prima che si verifichi, consentendo un intervento specialistico preventivo.
Con il termine psicosi si indica un gruppo di disturbi mentali gravi che, almeno per un certo periodo di tempo, comportano un’alterazione della capacità di interpretare correttamente la realtà. Tra i sintomi più comuni ci sono: le allucinazioni, cioè percezioni sensoriali irreali, l’udire voci o il vedere cose che non esistono, deliri, ovvero convinzioni errate come pensare di essere spiati o seguiti, la disorganizzazione, cioè una alterazione della capacità di strutturare un pensiero logico. Una persona con disturbi psicotici può non essere più in grado di affrontare le attività quotidiane come il lavoro, lo sport o lo stare in compagnia.
A mettere a punto lo strumento basato sull’intelligenza artificiale è stato un consorzio internazionale, coordinato dai ricercatori dell’Università di Tokyo, nell’ambito di un progetto di ricerca i cui risultati sono stati presentati sulla rivista Molecular Psychiatry. Gli esperti hanno confrontato le scansioni di oltre 2mila persone provenienti da 21 località del mondo. Circa la metà dei partecipanti era stata identificata come clinicamente ad alto rischio di psicosi. Lo strumento ha lavorato con un’accuratezza dell’85% nel distinguere le persone non a rischio da quelle che in seguito hanno manifestato sintomi psicotici evidenti.
Questo strumento potrebbe essere utile in futuro in ambito clinico, poiché, sebbene la maggior parte delle persone con un problema di psicosi si riprenda completamente, un intervento precoce porta in genere a risultati migliori con un impatto meno negativo sulla vita delle persone. Quindi l’impatto clinico potenziale è elevato: “chiunque potrebbe avere un episodio psicotico, che comunemente coinvolge deliri, allucinazioni o pensiero disorganizzato. Non c’è una causa singola, ma – concludono gli autori dello studio – può essere innescato da malattie o lesioni, traumi, uso di droghe o alcol, farmaci, o predisposizione genetica”.
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