Al convegno “Vaccinarsi. Ieri, oggi, domani. Cosa ci ha insegnato la pandemia Covid-19”, organizzato dalla SItI hanno partecipato il Prof. Silvio Brusaferro ed il Prof. Gianni Rezza
Per la terza dose di vaccino anti Covid-19 si partirà dagli immunodepressi e dai trapiantati e poi si valuterà, in tempi brevi, il richiamo per altre fasce della popolazione, tra cui grandi anziani e operatori sanitari. L’immunità di gregge per SARS-CoV-2, invece, è «un obiettivo non realistico». La cause sono «la copertura degli anticorpi neutralizzanti variabile e le varianti che riescono ad evadere la risposta immunitaria».
Lo ha specificato il direttore generale della Prevenzione al ministero della salute, Gianni Rezza, durante il convegno “Vaccinarsi ieri, oggi, domani. Cosa ci ha insegnato la pandemia covid-19″, organizzato a Trento dalla Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica. Un’occasione di confronto che ha visto la presenza di rappresentanti della Sanità Pubblica, esperti della Società Italiana di Igiene e della Federazione Italiana Medici Pediatri.
La recente circolare di Aifa ha stabilito la terza dose di vaccino per i soggetti fragili e gli over 80. Poi, sarà la volta di alcune categorie professionali, in primis, gli operatori sanitari. Il ministro Speranza ha precisato che il Ministero sta lavorando a una circolare per definire le categorie di fragili interessati al completamento del ciclo vaccinale. Si parla di pazienti oncologici e trapiantati, per poi procedere con Rsa, over 80 e sanitari.
Il direttore della Prevenzione ha innanzitutto ricordato il grande traguardo raggiunto dalla scienza con la realizzazione di vaccini disponibili, sicuri ed efficaci nel giro di un anno per un virus che resta ancora oggi sconosciuto. Ha affermato che la produzione dei vaccini continuerà anche grazie alle tecnologie disponibili, che «avremo vaccini in abbondanza per tutto il 2022» sperando nella distribuzione e accesso a livello mondiale. Rezza ha poi definito gli obiettivi attuali della campagna vaccinale nazionale. Riduzione dei casi gravi e della mortalità associata a Covid-19, decongestionamento degli ospedali e riduzione della trasmissione. In parte raggiunti, come dimostrano i dati.
Ha poi precisato che, in primavera, si è arrivati a un numero molto elevato di somministrazioni e che l’obiettivo è adesso «vaccinare l’80% della popolazione “eleggibile” vaccinata (ad eccezione delle categorie non ammesse al vaccino, come gli under 12) entro il mese di settembre». Secondo gli ultimi dati, il 63% della popolazione totale è vaccinata, circa 38 milioni di abitanti.
Di prevenzione, soluzioni e tecnologia ha parlato il prof. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. La tecnologia e la ricchezza di informazioni hanno avuto un ruolo chiave durante la pandemia. L’effetto positivo più evidente sono stati i vaccini, disponibili in quantità enormi. La digitalizzazione, secondo Brusaferro, ha una funzione fondamentale per veicolare le informazioni e formare il personale sanitario, ma la rete può diffondere anche pericolose fake news.
Brusaferro ha poi sottolineato come molte delle strategie di contenimento del virus riproducano concetti già noti in passato. «Una forma di Green pass – ha spiegato- era già stata introdotta dalla Serenissima con il controllo degli accessi dei confinanti. La stessa mascherina era nota e utilizzata ai tempi della peste, così come la quarantena.
Nel corso del convegno è emerso che garantire le future coperture vaccinali sia per quanto riguarda il Covid-19 che le altre vaccinazioni come l’influenza, rientra tra le priorità. I dati analizzati hanno mostrato che i vaccinati contagiati da SARS-CoV-2 sviluppano una sintomatologia più blanda e meno grave. Questo non mette a rischio il Ssn in termini di occupazione di posti letto e occupazione di terapie intensive.
In conclusione, Antonio Ferro, Presidente della Società Italiana di Igiene ha invitato tutti gli operatori sanitari non ancora vaccinati a «procedere con la relativa vaccinazione, nel tempo più breve possibile, in quanto, oltre ad un obbligo di legge, se ne applica uno morale rivolto alla protezione degli assistiti e della popolazione nel suo complesso».
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