Il Capo del dipartimento Salute della Camera di commercio austriaca Gleitsman: “Necessaria una direttiva della Ue per certificare quelle attendibili”
Già forte e anche in rapida e continua ascesa. Piantate le radici, il mercato delle App sta crescendo in maniera vertiginosa. Le proiezioni per i prossimi cinque anni dipingono un quadro estremamente interessante per la sanità mobile che tra il 2014 ed il 2017 vedrà più che triplicato il suo fatturato che salirà dagli attuali 6.6 ai 20.7 miliardi di dollari.
Secondo uno studio dell’autorevole portale statunitense Prnewswire.com nel 2020 si potrebbero addirittura superare i 58 miliardi con un CAGR (Compound Annual Growth Rate), ovvero un tasso annuo di crescita composto, che raggiungerebbe il 32%. Una ipotesi che fa leva su tre fattori: il trend di crescita ormai inarrestabile dei dispositivi mobili, il potenziamento delle reti 3G e 4G ma anche sull’aumento delle malattie legate ad un non corretto stile di vita. Prospettive dunque molto allettanti sia per gli investitori sia per i pazienti/utenti che imporrano una rivoluzione al sistema sanitario mondiale il quale dovrà necessariamente adeguarsi. Una rivoluzione già in atto considerando che sull’App store ci sono ora 43mila applicazioni mediche. È però significativo notare che solo il 5% di queste detiene il 15% dei download. Di conseguenza – al momento – affidabilità e autorevolezza dei contenuti incidono poco. In tal senso Martin Gleitsmann, Capo del dipartimento di Politiche sociali e salute della Camera di Commercio austriaca, intervistato da Sanità informazione, ha posto l’attenzione sulla “necessità di direttive ben precise dell’Unione Europea, una regolamentazione per certificare le app ben curate da quelle poco attendibili”. Gletitsmann ha parlato anche dei progressi fatti nel suo Paese ricordando sia il progetto Ambient Assisted Living che consente di curare a casa propria i lungo-degenti, che è appunto legato ai progressi in ambito medico e farmaceutico: “Alcuni colleghi – ha aggiunto – hanno già realizzato delle App ed il tema è stato al centro anche di un Congresso”.