Dalla Simit arriva il no alla mini-quarantena francese. Per gli esperti non garantisce sicurezza nel tornare alle attività quotidiane. Prof. Nicastri: «Eliminare il doppio tampone per alleggerire i laboratori»
La Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) interviene sulla recente presa di posizione delle autorità sanitarie francesi di voler ridurre da 14 a 7 giorni la quarantena dei soggetti esposti a caso di Covid-19.
«Questa disposizione potrebbe anche aggravare la situazione epidemiologica transalpina – sottolinea Marcello Tavio, Presidente Simit – Proviamo a spiegare il perché. La durata della quarantena dipende dal tempo di incubazione e non dalla durata dell’infettività. Gli eventuali casi di infezione asintomatici che uscirebbero dalla mini-quarantena di 7 giorni potrebbero essere ancora contagiosi, invece una quarantena di 14 giorni, che includa i primi giorni di incubazione e gli eventuali giorni successivi di isolamento, rappresenta il compromesso ideale fra tempo di incubazione e periodo di infettività».
«La Simit richiede con forza che siano invece considerati i criteri Oms per la sospensione dell’isolamento dei casi Covid guariti o asintomatici», aggiunge Tavio.
«Nei casi Covid-19 guariti o asintomatici dovrebbe essere eliminato l’obbligo del doppio tampone per il ritorno alla vita di comunità, in famiglia o al lavoro – evidenzia il professor Emanuele Nicastri, direttore della divisione Malattie infettive dello Spallanzani –. Questa semplice misura, universalmente accettata, permetterebbe di alleggerire notevolmente il carico di lavoro dei laboratori, dei medici ed infermieri del territorio e delle strutture ospedaliere, e di risparmiare sofferenze per le persone inutilmente isolate per settimane a domicilio o in ospedale».
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