La riduzione dei ricoveri Covid negli ospedali continua ma rallenta. Il numero dei pazienti registrati negli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso diminuisce del 3,9%. È quanto emerge dalla rilevazione settimanale effettuata da Fiaso
La riduzione dei ricoveri Covid negli ospedali continua ma rallenta. Il numero dei pazienti registrati negli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso diminuisce del 3,9%. È quanto emerge dalla rilevazione settimanale effettuata in data 14 giugno. La fotografia scattata dall’ultimo report evidenzia un calo più limitato rispetto alle settimane precedenti che avevano fatto segnare riduzioni a doppia cifra: -16,3% il 7 giugno, -13% il 31 maggio, -16% il 24 maggio, – 14,9% il 17 maggio.
Risulta dunque una sostanziale stabilità nei dati, anche se man mano che i numeri si assottigliano, la riduzione in termini percentuali può risultare meno netta. In particolare, nei reparti ordinari Covid i pazienti ricoverati sono diminuiti del 4,8% mentre nelle rianimazioni c’è stato un aumento di sole 3 unità e tutte imputabili a pazienti con Covid, finiti in ospedale per curare altre patologie e risultati positivi al virus. Nelle terapie intensive, tra i pazienti che hanno sviluppato sindromi respiratorie e polmonari tipiche della malattia da Covid, aumenta la percentuale di no vax che oggi è pari al 40%.
Lieve calo anche tra i pazienti con meno di 18 anni. Nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti al network sentinella di Fiaso i ricoverati si sono ridotti del 3,6%. «La riduzione dei ricoveri continua ormai da quasi due mesi e questo rappresenta sicuramente un segnale positivo davanti al quale, però, non possiamo distrarci», dichiara Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. «Negli ospedali adesso può iniziare una fase di consolidamento della lezione appresa dalla pandemia, a partire dalla valorizzazione del personale reclutato nel corso dell’emergenza. Infermieri neolaureati e medici assunti con contratti precari – aggiunge – entrino ora a far parte stabilmente del Servizio sanitario nazionale per affrontare le prossime sfide, da una eventuale recrudescenza del virus in autunno al recupero delle prestazioni sospese durante il Covid fino ai nuovi progetti del Pnrr».
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