«Dare maggiore autonomia alle Regioni e garantire gli stessi livelli essenziali di assistenza insieme al principio dell’unità nazionale. Bisogna evitare che nell’applicazione dell’autonomia ci siano due Italie, una povera e l’altra attrezzata» ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli
«Quella che abbiamo è una bozza autorevole che è stata valutata dal presidente in Consiglio Meloni in persona e dovrà incrociare la strada con le riforme costituzionali. Ovvio che non si possa prescindere dal sistema degli enti locali. Si tratta di dare una maggiore autonomia alle Regioni e contestualmente garantire gli stessi livelli essenziali di assistenza (Lea) insieme al principio dell’unità nazionale. Bisogna evitare che nell’applicazione dell’autonomia ci siano due Italie, una povera con servizi scarsi e destinata all’emigrazione, il Mezzogiorno. E l’altra attrezzata, infrastrutturata con servizi efficienti, il Nord d’Italia. Ma questa valutazione che faccio io la fanno anche i colleghi della Lega». È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia partecipando a l’Aria che Tira su la7.
«Noi abbiamo conseguito un risultato importante – ha aggiunto – perché se oggi si parla anche al livello continentale del problema immigrazione è merito nostro. Questo significa anche cambiare paradigma senza favorire la migrazione permanente che arricchisce le tasche di scafisti e trafficanti di uomini».
«Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza – ha risposto interpellato sulla riforma- abbiamo sempre detto che bisogna cambiarlo e non abrogarlo. E per farlo non è stato sufficiente un mese di governo. Per questo il presidente del Consiglio ha annunciato che andrà avanti ancora per un po’. Il reddito rimane per la categoria degli inabili al lavoro ma chi è nelle condizioni di poter lavorare deve rispondere alla prima offerta che gli si propone. Il reddito di cittadinanza non è un vitalizio tanto che era stato inserito nel nostro ordinamento da Conte e i 5 stelle con la durata di tre anni. Per favorire la produzione di nuovi posti di lavoro da offrire anche ai percettori di reddito di cittadinanza nella legge di bilancio – ha concluso Rampelli – sarà presente l’azzeramento dei contributi per le aziende che da oggi assumeranno personale».
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