Salute 10 Febbraio 2023 16:24

La vera natura della MIS-C nei bambini e perché con Omicron sembra quasi scomparsa: lo studio

Angelo Ravelli, direttore scientifico dell’Irccs Gaslini di Genova e segretario del Gruppo di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria, è il primo al mondo ad aver segnalato la comparsa della MIS-C (sindrome infiammatoria multisistemica) nei bambini che sono stati contagiati dal virus Sars-CoV-2. Uno studio su Science ha individuato un tris di geni legati alla sindrome

La vera natura della MIS-C nei bambini e perché con Omicron sembra quasi scomparsa: lo studio

«Da quando Omicron è diventata la variante più diffusa i casi di sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini, MIS-C, sono quasi scomparsi. Probabile che il virus sia meno aggressivo. Rimane tuttavia importante fare luce sulle cause di questa grave complicanza». A parlare è Angelo Ravelli, direttore scientifico dell’Irccs Gaslini di Genova e segretario del Gruppo di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria. Ravelli è il primo al mondo ad aver segnalato la comparsa della MIS-C nei bambini che sono stati contagiati dal virus Sars-CoV-2. Era infatti il 24 aprile del 2020 quando il pediatra italiano ha inviato una mail di allerta a tutti i colleghi per avvisarli su questa complicanza. Da quel momento è stato istituito un registro nazionale che ha permesso di rilevare, a oggi, 239 casi di MIS-C, la stragrande maggioranza dei quali si sono verificati durante le prime ondate di Covid-19. Tuttavia, la scienza non si è fermata e ha continuato a indagare su questa misteriosa sindrome che colpisce i bambini in modo imprevedibile.

Nuovo studio rivela difetti genetici legati alla MIS-C

Nella maggior parte dei pazienti più piccoli l’infezione causata dal virus Sars-CoV-2 si presenta con pochi o con nessun sintomo, ma un bambino su 10mila sviluppa la MIS-C circa un mese dopo un’infezione lievee. Questa complicanza esordisce con febbre elevata, dolore addominale molto intenso, vomito, diarrea e miocardite, ovvero infiammazione del muscolo del cuore. La MIS-C produce insufficienza cardiaca e abbassamento consistente della pressione sanguigna che, frequentemente, porta a uno stato di shock. Accanto a queste manifestazioni cliniche, molti bambini presentano segni e sintomi tipici della malattia di Kawasaki come macchie sul corpo simili al morbillo, congiuntivite, labbra screpolate, mani e piedi gonfi e, più di rado, dilatazioni delle arterie coronariche. Ora un nuovo studio della Rockefeller University di New York e del Covid Human Genetic Effort, un consorzio internazionale alla ricerca delle basi genetiche e immunologiche umane di tutti i diversi modi in cui un’infezione da Sars-CoV-2 può manifestarsi, sembra aver individuato una serie di difetti genetici legati alla MIS-C.

«I bambini sviluppano la MIS-C perché rispondono eccessivamente al virus»

In particolare, i ricercatori hanno individuato un tris di geni difettosi che sembrano non riescano a bloccare l’assalto del sistema immunitario contro il virus, portando così alla caratteristica infiammazione della MIS-C. I risultati, pubblicati sulla rivista Science, sono di fatto la prima spiegazione meccanicistica di qualsiasi malattia di Kawasaki. «I pazienti sono malati non a causa del virus», afferma il genetista della Rockefeller Jean-Laurent Casanova. «Sono malati perché rispondono eccessivamente al virus», aggiunge. I ricercatori hanno quindi analizzato un database contenete centinaia di genomi sequenziati completamente da vittime di Covid-19, provenienti da ospedali di tutto il mondo. «Casanova è stato il primo ad aver dimostrato l’esistenza di un legame tra difetti dell’immunità su base genetica e una maggiore predisposizione di alcuni soggetti adulti a sviluppare forme gravi di polmonite a causa di Covid-19», conferma Ravelli. «E ora ha fatto scoperte simili sui bambini con MIS-C», aggiunge.

Ancora non è chiaro perché la sindrome insorga dopo un mese dall’infezione

In quest’ultimo studio i ricercatori si sono concentrati sull’analisi del genoma di 558 bambini che avevano avuto la MIS-C. Cinque bambini non imparentati fra loro condividevano mutazioni in 3 geni strettamente correlati, i quali sono alla base di una cascata di eventi che portano all’eccessiva attivazione del sistema immunitario contro il virus Sars-CoV-2, a cui poi può seguire l’insorgenza dell’infiammazione sistemica. «Poiché la MIS-C è clinicamente e immunologicamente molto simile alla malattia di Kawasaki – spiega Ravelli – è possibile ipotizzare che la MIS-C sia un tipo di Kawasaki guidata da un’infezione da Sars-CoV-2. E conferma precedenti ipotesi che legano la stessa Kawasaki ad altri agenti infettivi». Perché questa reazione si verifica solo circa un mese dopo l’infezione rimane ancora un mistero. «Ora comprendiamo le basi molecolari e cellulari della malattia, ma non capiamo i tempi», dice Casanova. Sebbene i risultati facciano luce su come alcuni geni difettosi possano scatenare la MIS-C in alcune popolazioni, questi rappresentano solo l’1% dei bambini nello studio. Per quanto riguarda il resto del campione, i ricercatori hanno in programma di cercare altre mutazioni legate alla MIS-C.

 

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