L’appello della Federazione al governo per rimettere al centro salute di genere e denatalità: l’ostetrica di famiglia e comunità per sostenere le donne e i loro bisogni
Promozione della ripresa del tasso di fertilità e conseguente crescita demografica, parte dei macro-obiettivi del “Recovery Plan” predisposto dal Governo per la ripresa del Paese, sono «interventi importanti che devono tradursi in misure concrete che agiscano su aree strategiche e sinergiche della sanità». A parlare sono le componenti del Comitato centrale della Fnopo (Federazione nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica).
«Il rischio, altrimenti, è che siano solo buoni propositi senza alcuna ricaduta positiva sulla salute dei cittadini e delle cittadine – proseguono -. Realizzare la ripresa della fertilità e la crescita demografica richiede, oggi più che mai, interventi che mettano al centro la donna, la coppia e la famiglia. Le esperienze maturate durante la prima era Covid-19 hanno insegnato che il miglioramento dell’assistenza sanitaria ospedaliera deve andare di pari passo con il potenziamento del territorio».
«Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento in Commissione Affari Sociali della Camera ha parlato del “territorio e sanità di prossimità” come “il primo asse del nostro Piano”. Solo attraverso interventi sui due ambiti sarà possibile offrire una assistenza di qualità, garantendo la presa in carico della donna con i suoi bisogni reali e potenziali, espressi e non espressi», spiegano le rappresentanti nazionali della categoria ostetrica.
La Federazione ha già sottoposto all’attenzione del presidente del Consiglio nel corso degli Stati generali dell’economia di giugno, la necessità di agire nei confronti di tematiche strategiche per il futuro del Paese, come la salute di genere e la drammatica denatalità. Fenomeno, quest’ultimo, confermato anche nelle nuove previsioni Istat sul calo delle nascite.
«La Fnopo, ancora una volta, segnala il ruolo cruciale che può svolgere l’ostetrica di famiglia e di comunità che si caratterizza per la sua presenza capillare sul territorio a sostegno delle donne e dei loro bisogni, anche emergenti, e a supporto del lavoro, altrettanto importante, svolto in ospedale. Sostenere l’implementazione di questa figura professionale su tutto il territorio nazionale – concludono i vertici – significa dare attuazione a interventi specifici e mirati a sostegno delle donne, del nascituro, della coppia e dunque di tutta la comunità».
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