Il presidente Dario Beretta: «Risorse ferme alle spending review di Mario Monti, budget annuali da rivedere con incremento per prestazioni ospedaliere e ambulatoriali per pazienti lombardi; nota positiva interazione tra sistemi digitali pubblici e privati con possibilità di prenotare tramite il fascicolo sanitario anche ospedali privati che erogano servizi in regime di SSN»
Incrementare i finanziamenti e rivedere i budget per i pazienti fuori regione, dirottando le risorse verso i lombardi. Queste le ricette ipotizzate da AIOP Lombardia per ridurre le liste d’attesa che, dopo due anni di pandemia si sono allungate ulteriormente creando non pochi disagi ai cittadini. Il tema in caldo da alcuni anni è esploso alla fine del lockdown evidenziando ritardi in termini di visite specialistiche e interventi chirurgici che potrebbero gravare in maniera significativa sulla salute dei cittadini, ma anche sui bilanci delle strutture ospedaliere dal momento che Regione Lombardia ha stabilito delle penali (fino al 50% del budget della prestazione) per chi non riesce a smaltire le liste d’attesa in un tempo ragionevole.
Dunque, per far fronte all’esigenza dei cittadini e per non gravare sul bilancio degli ospedali, AIOP Lombardia con il presidente Dario Beretta, è corso ai ripari per chiedere alla Regione alcuni correttivi. «Il tema riguarda le istituzioni ma non possiamo esimerci dal fare alcune valutazioni e indicare le soluzioni – ammette Beretta -. Due i fattori su cui occorre agire: le risorse e la capacità produttiva intesa come incremento di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali. Per quanto concerne le risorse sono ferme al DL95, le famose spending review di Mario Monti, per cui i budget annuali per prestazioni di ricovero e ambulatoriali sono fermi al 2011 e vanno aggiornati. Esiste poi un problema di strutture insufficienti, per cui se le chirurgie sono sature con 13 o 14 ore di sala operatoria al giorno non è pensabile poter incrementare ulteriormente l’attività ed allora occorre rivedere tutto il sistema».
Qualcosa è stato fatto negli ultimi mesi, Regione Lombardia ad esempio ha stanziato per gli erogatori privati 40 milioni di euro per cercare di ridurre le liste d’attesa, un impegno che per AIOP però non è sufficiente perché i numeri del ritardo si sono gonfiati e le liste d’attesa dilatate. «Se si considera che gli erogatori privati tra ricoveri e attività ambulatoriali producono circa 3 miliardi all’anno, 40 milioni coprono solo 1,3% delle prestazioni – spiega il presidente di AIOP Lombardia -. Senza contare che le mancate prestazioni nel 2020 e 2021 nella nostra regione, a causa della pandemia, sono state nell’ordine del 20% il primo anno e del 10% il secondo, è comprensibile che recuperare questo 30% è problematico».
La collaborazione con Regione Lombardia non è mai venuta meno, ma l’associazione Italiana Ospedalità Privata lamenta una eccessiva rigidità delle istituzioni rispetto alle penalizzazioni previste in caso di mancato rispetto dei tempi di attesa. «Un 50% del valore della prestazione ci penalizza oltremisura – ammette Beretta – sarebbe invece necessario agire su due fronti. Incrementare i finanziamenti perché i 40 milioni stanziati per abbattere le liste d’attesa non sono sufficienti in una realtà come quella lombarda; mentre siccome gli erogatori privati hanno un budget unico, ma con due voci separate per pazienti lombardi e fuori regione, sarebbe opportuno che a seguito di una drastica riduzione dei pazienti provenienti da altre regioni per effetto della pandemia, si potesse dirottare il budget destinato a loro verso le prestazioni regionali».
Unica nota positiva segnalata da AIOP una maggiore interazione tra i sistemi digitali per cui oggi, attraverso il fascicolo sanitario, è possibile visionare e prenotare anche strutture private convenzionate che erogano prestazioni in regime di servizio sanitario nazionale.
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