«In campagna elettorale non si parla di sanità perché poi si dovrebbero portare risultati. Con ospedali che chiudono, liste di attesa interminabili e servizi sempre più carenti come tracciare un buon bilancio?». L’intervista a Davide Barillari candidato al consiglio regionale del Lazio con M5S.
«Una sanità vista attraverso una lente novecentesca, un sistema attendista e passivo che non risponde al fabbisogno attuale», così Davide Barillari, candidato al consiglio regionale del Lazio con il Movimento Cinque Stelle, bolla la macchina sanitaria del Lazio con alla guida – da 5 anni – Nicola Zingaretti successore della dimissionaria Renata Polverini.
«Liste di attesa, criticità territoriali, cronicità, sistemi di vigilanza e controllo, ma soprattutto una visione prospettica che guardi al futuro», queste le priorità secondo il consigliere uscente della Commissione regionale alla Sanità, a pochi giorni dal voto per eleggere il nuovo presidente del Lazio e il nuovo Consiglio regionale.
«A livello epidemiologico – prosegue – stiamo andando verso una popolazione che invecchia con maggiore comorbilità e cronicità, è chiaro che la spesa aumenta e per far fronte a questa crescita onerosa, dobbiamo ottimizzare il modello attuale fatto di sprechi ed inefficienza», è categorico Barillari che spiega perché in campagna elettorale si sia parlato poco di sanità: «Si tratta di un tema difficile e complesso, parlarne significherebbe poi dover fare un bilancio dei risultati».
» «Quando succede che i cittadini non possono curarsi, quando i servizi vengono tagliati, quando gli ospedali chiudono, come giustificare queste mancanze? Sono ingiustificabili», aggiunge.
«Adesso la richiesta da parte dei professionisti sanitari e, nondimeno dei pazienti, è affrontare temi cruciali che nessuno ha mai risolto. Mi riferisco – conclude – al rapporto pubblico-privato, cioè l’accreditamento, al tema dell’intramoenia, e soprattutto alla riorganizzazione di servizi domiciliari e territoriali».