Il 2022 sarà l’anno decisivo per la realizzazione di una piattaforma centralizzata in grado di mettere in rete le strutture ospedaliere, le case di comunità e creare percorsi di telemedicina a cui avranno accesso i cittadini
La sanità lombarda punta sulla digitalizzazione per offrire ai cittadini un servizio integrato tra medicina ospedaliera e territorio con una piattaforma unica in grado di far dialogare ospedali e case di comunità, realizzare percorsi di telemedicina e mettere in rete medici di medicina generale, specialisti, operatori sanitari e cittadini. Un progetto ambizioso su cui i vertici lombardi hanno investito dieci milioni di euro. «Regione Lombardia continua il proprio percorso di potenziamento della tecnologia a supporto del sistema di cure – spiega Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone e relatore della legge di potenziamento della sanità lombarda -. Nella legge di potenziamento della medicina territoriale, tramite un emendamento da me presentato, è stato istituito dapprima un fondo per l’acquisto di supporti tecnologici a favore dei malati cronici, e con la delibera approvata dalla Giunta regionale si stanziano altri dieci milioni di euro per favorire l’integrazione ospedale-territorio».
«Abbiamo ritenuto di progettare un sistema nuovo – entra nel dettaglio Giovanni Degrossi dirigente dell’unità organizzativa dei sistemi informativi relativi alla direzione generale Welfare, specifici per la Sanità – che verrà sviluppato per dare una risposta funzionale al personale delle case di comunità e delle centrali operative territoriali». Il ruolo sarà affidato ad Aria Spa, che coordinerà le attività di progettazione e sviluppo della piattaforma unica centralizzata, messa a disposizione da Regione Lombardia. «La novità sta proprio nella centralità del sistema – riprende Degrossi -, infatti invece di lasciare ad ogni singolo ente la facoltà di dotarsi di un programma per gestire i processi, abbiamo voluto progettare e sviluppare un sistema per tutta la regione.
Il vantaggio è che gli operatori sociosanitari sul territorio avranno a disposizione lo stesso strumento, e saranno parte attiva nella progettazione. Faranno parte dei tavoli di lavoro e potranno verificare passo dopo passo se quanto viene fatto risulta essere compatibile con le loro necessità e aspettative e sarà altresì uno strumento unico anche per i cittadini che potranno accedere, in una fase successiva, ad una sorta di cartella clinica elettronica che conterrà i dati del paziente dalla presa in carico e per tutto il percorso di cura».
L’architettura del nuovo sistema prevede tre aree di intervento: una gestione digitale del territorio, una piattaforma regionale di telemedicina per l’attuazione dei diversi processi e servizi e un sistema di raccolta e valorizzazione dei dati «Abbiamo voluto dare molta rilevanza ai processi di telemedicina che verranno attivati dalle case di comunità e resi disponibili nelle piattaforme nazionali che si stanno implementando e attraverso i servizi regionali specifici, – prosegue il dirigente – sarà inviato al paziente il device da utilizzare mentre, a sua volta, lui potrà chiedere un consulto, oppure fare un tele triage. Quindi il sistema coinvolgerà operatori sanitari e cittadini con azioni più operative, e col tempo si potrà pensare di far convergere la piattaforma digitale con il fascicolo elettronico, per il momento sono due entità separate, ma complementari».
Fondamentale sarà dunque la capacità di far dialogare questo nuovo sistema di cartelle cliniche elettroniche con l’attuale fascicolo digitale «La prossima sfida sarà proprio questa – riprende Degrossi – in particolare con gli ospedali che hanno già una parte di digitalizzazione in essere, quindi il sistema si integrerà con le cartelle cliniche informatizzate che sono disponibili negli ospedali e nei pronti soccorsi in una modalità innovativa, attraverso una nuova architettura di gestione dei dati, che permetterà di scambiarli in modo automatico, dinamico e sicuro. Quindi i dati che sono registrati sul territorio in occasione dei percorsi assistenziali, saranno messi a disposizione dell’ospedale qualora il cittadino dovesse recarsi al Pronto soccorso, o viceversa, un paziente ricoverato, al momento delle dimissioni riceverà le indicazioni cliniche per la prosecuzione delle cure».
Se il fascicolo per il momento rimane uno strumento autonomo da utilizzare per consultare i propri dati, prenotare visite, pagare prestazioni e scaricare ricette, la cartella digitale avrà al suo interno documenti medici, cure e percorsi riabilitativi del paziente che saranno consultabili da medici di base, operatori sanitari e specialisti. «Alcuni di questi dati verranno pubblicati anche sul fascicolo, ma non lo sostituiranno – sottolinea il responsabile del sistema -. È importante non confondere i cittadini perché il fascicolo sanitario ha lo scopo di tenere le informazioni di base relative alla salute del cittadino, mentre questo sistema ha un ruolo più operativo di gestione socioassistenziale e clinica».
«La tempistica per la realizzazione del progetto è super sfidante – ammette il responsabile dell’area progettistica – con la Vicepresidente Letizia Moratti abbiamo concordato che le prime funzioni di accesso del sistema, di valutazione multidisciplinare, di inquadramento dei bisogni clinici e di programmazione, saranno a disposizione entro i prossimi tre mesi. Nei successivi sei si potrà iniziare a lavorare con lo strumento e registrare gli assistiti. Entro nove mesi, quindi in autunno, il sistema dovrà essere ultimato. Questo è un anno decisivo per rendere il sistema accessibile a tutti».
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