Esperti internazionali di Italia, Francia, Germania e Spagna, si sono dati appuntamento lo scorso 31 gennaio per definire linee guida comuni. «Raggiunto un accordo quadro per lo sviluppo di progetti congiunti in grado di accedere a fondi europei destinati al sociale» così il Professor Luca Bernardo, direttore casa Pediatrica del Fatebenefratelli Sacco
Esperti internazionali di quattro Paesi Europei, Francia, Germania, Italia e Spagna, si sono dati appuntamento in Regione Lombardia, lo scorso 31 gennaio, per affrontare a tutto campo la lotta al bullismo e cyberbullismo in ogni ambito, dalla scuola al mondo dello sport, fino alla rete. Un confronto che ha prodotto un protocollo d’intesa e un obiettivo comune: delineare linee guida in grado di dare risposte concrete al fenomeno.
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«La Regione Lombardia affronta questo tema da tanti anni, ha prodotto anche una legge per sostenere da un punto di vista economico tanti progetti – ha rimarcato il sottosegretario con delega ai rapporti internazionali, Alan Christian Rizzi a Sanità Informazione -. Un’operatività che è stata molto apprezzata dalla delegazione internazionale che si è resa disponibile ad agire in modo comune».
«Abbiamo chiuso questo tavolo di lavoro con la volontà di aiutarci nello scambio di dati, informazioni e modalità di intervento e di intento – ha aggiunto il Professor Luca Bernardo Direttore della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli Sacco di Milano – e abbiamo deciso di sviluppare progetti congiunti per accedere ai fondi europei destinati al sociale».
Dalle istituzioni ad una rete di professionisti che ha portato al tavolo di Regione Lombardia idee, nuovi stimoli e soluzioni da adottare per formare docenti, genitori e ragazzi. Per Vincenzo De Feo, Presidente dell’associazione “Mai più solo” sarebbe auspicabile un cambiamento all’interno del processo educativo delle scuole: «Ho posto l’accento sulla legge che riguarda la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole – ha commentato a margine dell’incontro – perché molte delle problematiche si risolvono partendo dall’educazione sin dalla più piccola età, ovvero dai cinque, sei anni in poi perché, proprio da quella età molte delle problematiche legale alla tecnologia hanno inizio».
Il coinvolgimento del Sud non si è fatto attendere grazie alla partecipazione di Giuseppe Raffa, pedagogista dell’Asp (azienda sanitaria provinciale) di Ragusa che ha raccontato l’esperienza del primo e unico sportello antibullismo del meridione: «Noi abbiamo una filosofia che è quella della grande collaborazione con le scuole oltre che con le altre agenzie educative che operano nel territorio: associazioni, gruppi, parrocchie. Abbiamo sottoscritto un protocollo, unico da Roma in giù, di accordo con le scuole per fare interventi di sensibilizzazione con i ragazzi, ma soprattutto pretendiamo di intervenire con attività di formazione e ri-educazione con i genitori e con i docenti. Gli uni e gli altri hanno bisogno di un sostegno pedagogico per poter affrontare meglio le nuove emergenze che riguardano i ragazzi nativi digitali che sono altro rispetto agli adolescenti di un tempo».
Nel pomeriggio la delegazione internazionale si è trasferita alla Casa Pediatrica del Fatebenefratelli Sacco, modello virtuoso di cura delle vittime e di recupero dei bulli attraverso molteplici attività. La dottoressa Francesca Maisano, psicologa e psicoterapeuta del centro, ha illustrato le modalità di intervento. «Il nostro lavoro – ha spiegato – consiste in una presa in carico dei bambini e degli adolescenti sotto diversi punti di vista: medico, psicologico e terapeutico con attività che coinvolgono i ragazzi, non solo da un punto di vista psicoterapeutico, ma anche in relazione a percorsi di terapeutica artistica e pet terapy. Oggi, con la delegazione internazionale, siamo arrivati ad un patto di intenti, con l’idea di poter portare il nostro modello anche in Europa, mettendo a confronto diverse realtà, dando un respiro internazionale al sostegno e al supporto dei bambini e degli adolescenti» ha concluso.
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