Il provvedimento approvato all’unanimità in Commissione, a giorni il passaggio in Aula. La senatrice, ricercatrice del CNR, è da sempre impegnata sul tema: «Componente ambientale decisiva nella formazione della malattia»
La tante, troppe ‘terre dei fuochi’ italiane attendono questo provvedimento da tempo. Dopo l’approvazione in Commissione Sanità, la Rete nazionale dei Registri Tumori sembra davvero a un passo dall’approvazione. Merito anche della tenacia e della determinazione della senatrice del Movimento Cinque Stelle Maria Domenica Castellone, già ricercatrice in oncologia presso il CNR, relatrice del provvedimento. Per lei che viene da Giugliano, nel cuore della tristemente celebre Terra dei Fuochi, la legge è anche una questione personale, un impegno che aveva preso in campagna elettorale e su cui si è messa al lavoro già nei primi mesi di questa XVIII Legislatura.
Il provvedimento, passato all’unanimità, è stato approvato in sede redigente e ora l’Aula di Palazzo Madama dovrà solo approvarlo, con la speranza, sottolinea Castellone, che possa ottenere lo stesso consenso. In Italia in realtà già esistono 47 registri tumori, ma manca una rete nazionale. Con la rete sarà possibile studiare i dati su incidenza, mortalità e correlazione tra patologia oncologica e fattori ambientali su tutto il territorio nazionale, soprattutto in alcune zone del nostro Paese con forte incidenza tumorale. «Io sono una ricercatrice – spiega Castellone a Sanità Informazione – è da una vita che mi dedico alla ricerca e alla comprensione della patologia tumorale. I tumori sono una malattia multifattoriale in cui c’è una componente di base genetica che è più forte in alcune patologie rispetto ad altre, ma la componente fondamentale è sicuramente quella ambientale». Ecco perché con il registro sarà più facile capire se ci sono fattori di rischio ambientali importanti.
Senatrice Castellone, lei lavora da tempo a questo provvedimento. Cosa prevede?
«Questo disegno di legge comporterà finalmente l’unificazione di tutti i dati che in questi anni sono stati raccolti in un Registro nazionale. Diciamo che in Italia in questi anni si è fatto molto però soprattutto su base locale. Sono attivi su tutto il territorio nazionale 47 registri tumori che coprono più o meno il 70% del Paese. Quello che noi vogliamo è sicuramente non disperdere le professionalità acquisite in questi anni però centralizzare i dati a livello regionale e soprattutto a livello nazionale e ministeriale per fare in modo di avere una fotografia di tutto il territorio nazionale e di quale sia l’incidenza, la prevalenza, la mortalità su tutto il territorio nazionale per poi correlare i dati di popolazione con i dati ambientali. Questo è fondamentale per avere anche una correlazione tra quelli che possono essere fattori di rischio ambientali e le patologie tumorali».
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Parliamo, appunto, dei fattori di rischio ambientale: in Italia ci sono delle zone a più alta incidenza tumorale. Quanto sono importanti questi fattori per la formazione della malattia?
«Io sono una ricercatrice, è da una vita che mi dedico alla ricerca e alla comprensione della patologia tumorale. I tumori sono una malattia multifattoriale in cui c’è una componente di base genetica che è più forte in alcune patologie rispetto ad altre, ma la componente fondamentale è sicuramente quella ambientale. Per fattori esterni ambientali parliamo di fattori fisici, chimici, quindi anche inquinanti ambientali, fattori microbiologici. Infatti anche nel registro è prevista la correlazione con quelli che possono essere fattori microbiologici: in alcuni tumori le infezioni hanno un ruolo importante».
Lei viene da un territorio particolare, la Terra dei Fuochi, che è soggetto a questa incidenza. Immagino ci sarà una grande soddisfazione…
«C’è una soddisfazione personale veramente importante. La Terra dei Fuochi è in Campania, ma in Italia ci sono tante, troppe Terre dei Fuochi».
Quante Terre dei Fuochi non conosciute ci sono in Italia?
«Molte e questo registro sarà veramente un’arma fondamentale per poterle individuare e poterle caratterizzare».
La legge è stata approvata all’unanimità…
«Sì. Siamo convinti che anche in Aula sarà lo stesso. Arriverà in Aula prestissimo, dal 5 novembre in poi sarà calendarizzata».