Andare in vacanza sì, ma dove e come? Con Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Iss, alcuni consigli per trascorrere le ferie in sicurezza
Andare in vacanza non ha mai richiesto tanta attenzione quanta in questo 2020. La pandemia, in lenta ritirata in Europa ma ancora molto forte altrove, ci invita a esplorare il Belpaese per evitare rischi maggiori. Eppure il virus non va in ferie, dunque anche fuori casa c’è bisogno di seguire regole precise. Distanziamento, mascherine e lavaggio assiduo delle mani in prima istanza. Sanità Informazione ha chiesto al dottor Paolo D’Ancona, medico epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, alcuni consigli per gestire le ferie in tempo di Covid-19.
Non esiste un luogo completamente sicuro in cui spostarsi in vacanza, questo è il primo assioma da tenere in considerazione. Preferire dunque la montagna al mare non porta un cambiamento troppo netto se non si adotta la giusta ottica di protezione. Per sé stessi e per gli altri. «Sicuro – specifica l’esperto – è il luogo in cui si osserva un rispetto delle regole sia da parte del gestore che dei frequentatori. In generale una vacanza più tranquilla può essere incoraggiata da luoghi poco affollati. Ma solo questo attributo senza attenzione non basta».
Il mare sarà per molti italiani la prima scelta. Secondo D’Ancona «gli stabilimenti risultano luoghi più organizzati». C’è l’obbligo di avere ingressi e uscite separate, della distanza prescritta tra ombrelloni e lettini. Nonché dell’erogazione dei servizi da parte di personale con mascherina.
Per contro «nelle spiagge libere, c’è il rischio che la distanza di sicurezza non sia rispettata in alcune parti della giornata, e che si creino aggregazioni non controllate e non scoraggiate». Bisognerà monitorare anche le disattenzioni altrui e scegliere orari consoni per godersi una pausa in spiaggia senza contatti ravvicinati.
Poche regole ma essenziali per andare a mangiare fuori durante le ferie. In primis, scegliere un ristorante con spazi adeguati per rispettare la distanza tra persone. «Le strutture più attente chiedono la prenotazione – aggiunge l’epidemiologo – e di specificare se si tratta di conviventi. Tra persone che non condividono la casa deve essere garantita la distanza di un metro».
Non in tutti i ristoranti questo avviene, tuttavia. Nel caso in cui ci si trovi di fronte un locale troppo affollato: «Non si tema di scegliere un altro locale per garantire la propria sicurezza». Quando mangiamo o beviamo siamo esentati dall’indossare la mascherina, perciò evitare troppa aggregazione è essenziale.
L’esperto sfata un altro mito: «Non c’è grande differenza tra ristoranti al chiuso e all’aperto. Se la distanza e le regole non vengono rispettate, anche una struttura con i tavoli fuori può diventare pericolosa per gli avventori».
Per muoversi verso il luogo di vacanza non tutti utilizzeranno un mezzo proprio. Molti sceglieranno autobus, treni, aerei. Ma mentre nei primi due casi la distanza tra i posti sembra essere più facile da rispettare, rendendo sicuro il viaggio anche con una mascherina di comunità, volare necessita di qualche accortezza in più. Spiega D’Ancona «perché alcune compagnie utilizzano delle disposizioni di posti in cui il distanziamento fisico è più limitato rispetto ad altri mezzi di trasporto».
A questo si aggiungono i disagi creati dall’eliminazione della possibilità di inserire il bagaglio nella cappelliera, per evitare una ressa che, secondo l’esperto, «comunque potrebbe ricrearsi in parte al momento della riconsegna del bagaglio in stiva». Dunque tre i comandamenti per un volo sicuro: «È buona norma viaggiare con una mascherina chirurgica ben indossata, rispettare sempre la distanza con altri viaggiatori anche fuori dall’aereo e aspettare il proprio turno con pazienza quando si creano situazioni confusionarie».
Viaggiare con i bambini può essere difficoltoso, specie quando sono molto piccoli. Rispettare le regole è per loro estremamente difficile, così come lo è tenere completamente sotto controllo i loro movimenti. L’abitudine di mettere le mani in bocca rappresenta il primo problema. «Si deve perciò – spiega l’epidemiologo – lavare le mani dei più piccoli il più frequentemente possibile ed evitare che condividano giochi con altri bambini».
Quando e se dovesse verificarsi l’utilizzo di giochi comuni, è bene «sanificare prima e dopo l’oggetto utilizzato, una responsabilità che ricade sui genitori per garantire la sicurezza dei propri figli. In generale, portare con sé pezzette sanificanti da passare sulle superfici prima che i bambini le tocchino è un atteggiamento corretto».
Due luoghi al centro delle recenti discussioni sono le piscine e le discoteche. Nell’estate di Covid-19 è opportuno frequentare questi luoghi? L’esperto chiarisce e conferma che, sì, «le piscine sono sicure». «L’acqua contiene cloro – aggiunge – e quindi non comporta alcun pericolo. Il vero pericolo è il rilassamento che porta pensare meno al rispetto delle regole, compreso l’assembramento».
Diverso il discorso per le discoteche. In cui sembra che pochi vogliano indossare la mascherina e mantenere il distanziamento non è semplice. «Si devono evitare i luoghi affollati – spiega D’Ancona – e anche le discoteche se lì non sono rispettate le regole il rischio diventa sempre più alto. Ballare a distanza ravvicinata con persone che non fanno parte dei nostri conviventi è un pericolo: anche le discoteche all’aperto dovrebbero evitare questa possibilità».
«La situazione epidemiologica italiana è ora discreta: il numero di casi è molto ridotto – conclude D’Ancona -. Ma la nostra preoccupazione è che con i viaggi da una regione all’altra ci possa essere una maggiore esposizione». Anche per questo, scaricare l’app Immuni rappresenterebbe un aiuto in più. In quanto: «In vacanza ci si espone a situazioni non routinarie e l’app rappresenta un modo rapido per informarci se ci siamo trovati in una situazione di possibile contagio, la consiglio a chi partirà».
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