Con il mancato via libera da parte della Corte dei Conti, il vaccino made in Italy resta senza fondi per la fase 3 e rischia di non vedere mai la luce
Reithera, il vaccino tutto italiano contro Covid-19, ha subìto un’improvvisa e brusca battuta d’arresto. Il No della Corte dei Conti ai finanziamenti è stato un fulmine a ciel sereno per tutti. Sorpresa l’azienda bio-tecnologica di Castel Romano, Reithera, che ha sviluppato il siero GRAd-COV2. Delusi i ricercatori che con i loro gruppi hanno partecipato agli studi di valutazione, venticinque team in tutta Italia. Preoccupati e disorientati i mille volontari che lo hanno testato con due dosi nella seconda fase di sperimentazione e che motivano lo stop con la mancata efficacia del vaccino.
In seguito ai promettenti risultati della Fase 1 e in attesa di quelli della Fase 2 che si avvia alla conclusione, la sperimentazione è ora allo stallo. Per il terzo e ultimo stadio, che prevede il reclutamento di 10mila volontari, sono necessari i fondi per adesso bloccati.
Ma cosa è successo? La Corte dei Conti, in una nota, ha comunicato di non aver registrato il decreto per la produzione del vaccino italiano. Le motivazioni saranno rese note entro trenta giorni. Stiamo parlando di 81 milioni di fondi pubblici (41 a fondo perduto e 40 sotto forma di prestito) stabiliti dall’accordo del 17 febbraio tra Mise, Invitalia e Reithera. La Biotech di Castel Romano ha ricevuto 13 milioni degli 89 milioni totali promessi. La Regione Lazio ha stanziato 5 milioni, il Cnr 3 milioni, l’azienda 12 milioni per l’ampliamento dello stabilimento.
E se i finanziamenti dello Stato non arrivano? L’azienda rompe il silenzio con una mail inviata da Roberto Camerini, direttore medico di ReiThera, ai centri che hanno partecipato finora allo studio. «Per lo svolgimento della Fase 3 di sperimentazione del vaccino anti-Covid, in mancanza di intervento da parte del Governo, Reithera cercherà fonti di finanziamento alternative». Il direttore chiede di tranquillizzare i volontari e ringrazia tutti coloro che «in questi giorni stanno testimoniando la loro esperienza positiva sui media, contribuendo a fare un po’ più di chiarezza sulla realtà del progetto».
Camerini ci tiene a fare chiarezza: l’obbligo di fermarsi è dovuto a motivi tecnici e non alla mancata sicurezza ed efficacia del vaccino. «La notizia della decisione della Corte dei Conti di bloccare i finanziamenti già decisi dal Governo per un vizio di forma del contratto di sviluppo – precisa – non avrà alcun impatto sul regolare proseguimento e svolgimento della Fase 2. Il pronunciamento della Corte – sottolinea – non riguarda la bontà del progetto o del vaccino, ma aspetti tecnico-giuridici legati al contratto di finanziamento. ReiThera continua, come prima e più di prima, con determinazione ed impegno a credere nel progetto» assicura l’azienda.
Anche il commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, in visita all’hub vaccinale di Firenze, è intervenuto sulla vicenda, facendo alcune precisazioni. «Reithera sta aspettando lo Scientific Advise dell’Ema, che è una conditio sine qua non per andare in terza fase. È importantissimo avere capacità strategica e autonoma di produrre vaccini – ammette – però ai fini della campagna vaccinale, considerando che abbiamo quattro vaccini disponibili e a fine giugno avremo anche CureVac, chiaramente ci mette abbastanza al sicuro per le somministrazioni. Mentre il vaccino Reithera è di medio-lungo termine, – specifica – e in questo momento è molto attenzionato dal ministero dello Sviluppo economico».
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