L’Ospedale romano fondato nel 1933 vive un periodo non facile. La denuncia del segretario Fp Cisl Lazio Roberto Chierchia (Fp Cisl): «La fusione con il Policlinico Umberto I non ha portato al rilancio programmato». Poi aggiunge: «C’è un intero reparto ristrutturato e rimasto vuoto. I medici che vanno via non vengono rimpiazzati»
Al civico 287b di Viale Regina Elena a Roma svetta dal 1933 l’Ospedale George Eastman, punto di riferimento romano e italiano delle cure odontoiatriche dedicate ai bambini. Il nosocomio, che prende il nome dall’industriale americano fondatore della Kodak che donò un milione di euro per la fondazione dell’istituto, per anni è stato il simbolo della buona sanità e dell’eccellenza nelle cure odontoiatriche pubbliche in particolare rivolte ai bambini.
Oggi però la struttura sembra avviata a un lento ma inarrestabile declino. Colpa, secondo i sindacati, del piano di rilancio di tre anni fa, che ha sortito in sostanza l’effetto opposto a quello desiderato. Dal gennaio 2016 l’Eastman da struttura odontoiatrica doveva diventare il punto di riferimento per i servizi sanitari integrati rivolti soprattutto a bambini, fasce svantaggiate, disabili e pazienti penitenziari. Tutto questo grazie alla fusione con il vicino Policlinico Umberto I, altro nosocomio storico della Capitale.
«Da romano e da segretario Cisl sono molto preoccupato – afferma a Sanità Informazione Roberto Chierchia, segretario generale Fp Cisl Lazio -. La questione dell’Eastman si lega con i dati del rapporto Censis di qualche giorno fa. Dati veramente allarmanti: si sta demolendo completamente il Servizio sanitario pubblico e un cittadino su tre ha bisogno di rivolgersi alla sanità privata. Questo si lega a quanto sta succedendo all’Eastman. Fino al 2015 era una struttura ospedaliera della Asl Roma 1, ex Roma A. Poi c’è stata una serie di accorpamenti che doveva portare a una ottimizzazione e a un miglioramento dei servizi all’interno della nostra regione e a un miglioramento di questo servizio. In quel progetto, che anche allora come Cisl non ci vedeva d’accordo perché immaginavamo potesse non essere un vero e proprio potenziamento, si era programmato che l’ospedale George Eastman venisse scorporato dalla Asl Roma A e venisse accorpato all’interno del Policlinico Umberto I. Ma all’interno dell’ospedale romano già c’era una clinica odontoiatrica e il rilancio non c’è stato».
La Cisl snocciola dati tutt’altro che positivi. Sette servizi soppressi: otorinolaringoiatria, oculistica, endodonzia, accoglienza, cardiologia, centro prelievi e analisi, posti letto h24. Altri cinque lavorano a ritmo ridotto: ortodonzia, camera operatoria, chirurgia maxillo-facciale, chirurgia orale e radiologia. È così anche per il Pronto soccorso oculistico, per la pedodonzia, per la preospedalizzazione centralizzata testa-collo.
«Un intero reparto che fino al 2015 era funzionante da tre anni è completamente chiuso: è stato anche ristrutturato, arredato di tutto punto con tv e divani, ma è completamente chiuso – aggiunge Chierchia -. Anche questo è un chiaro segnale di demansionamento di un servizio odontoiatrico che già è molto complicato a livello pubblico: questo era un centro di eccellenza che andava potenziato».
La Fp Cisl Lazio denuncia anche il malfunzionamento delle liste di attesa: il Cup non ha un planning dedicato per le visite specialistiche e così le liste di attesa si allungano a dismisura, mentre tra Eastman e la clinica odontoiatrica del Policlinico continuano ad esserci ticket di importo diverso per prestazioni identiche. Lo spettro è quello della chiusura.
«Abbiamo questo dubbio – continua Chierchia -. L’operazione fatta è quella di dover in qualche modo smantellare quello che l’Eastman dava come servizio alla cittadinanza fino al 2015 e poter far rimanere solo quello che la clinica odontoiatrica, in maniera non brillantissima come numero di prestazioni dato all’utenza, già corrispondeva fino a quella data. Non è stato accorpato l’Eastman al Policlinico perché l’Umberto I era sprovvisto di servizio odontoiatrico. C’era una struttura all’interno del Policlinico che già faceva questo tipo di attività. Il progetto è stato finora di togliere un servizio suppletivo, accorparlo, ridimensionarlo, ma con le prestazioni che già dava. Il personale che andava via non è stato rimpiazzato e nemmeno formato, stesso discorso per il personale sanitario, infermieristico e tecnico. Questo è un vero e proprio ridimensionamento di quella che era un’offerta sanitaria pubblica che invece andava implementata».
Non resta che appellarsi al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al ministro della Salute Giulia Grillo: «Noi in questo momento abbiamo bisogno che il presidente Zingaretti torni anche a fare il Presidente di Giunta – conclude il segretario Cisl – perché la sanità ne ha bisogno. I servizi non vengono erogati nel modo in cui la cittadinanza vorrebbe, abbiamo in qualche modo bisogno di fare una vera rivoluzione dal punto di vista del personale: siamo una regione non ancora uscita dal piano di rientro e abbiamo un gap di personale che non è stato in qualche modo ancora definito. Il presidente Zingaretti parla di 5mile nuove assunzioni che tra l’altro non garantirebbero il recupero del personale che in questi dieci anni è uscito per varie motivazioni. Abbiamo anche il gap da colmare dovuto alla riforma della quota 100 che darà ulteriori 5mila uscite da qui a 4 anni nel Lazio. Sulla questione Eastman così come sulle altre cose noi abbiamo come interlocutore l’assessore alla sanità che non sempre ci dà risposte puntuali. Noi ci rivolgiamo a tutti: al ministro Grillo, all’assessore alla Sanità D’Amato, alla Direzione generale del Policlinico Umberto I: a distanza di tre anni dall’accorpamento Eastman – Policlinico, è necessario fare un focus e andare a dare risposte ai cittadini, ai lavoratori e a tutto il sistema salute che su questo si deve sempre andare a misurare».