Numeri in risalita per nuovi positivi, ricoverati in area medica e persone in isolamento domiciliare. Aumentano anche i tamponi per le norme legate al Green pass, ma la quota positivi/antigenici si abbassa. Variante delta plus sotto osservazione ma per ora non causa una forma più severa
La settimana del 20-26 ottobre conferma il trend in risalita dei contagi in Italia. L’aumento, conferma il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, è del 43,2% rispetto a sette giorni fa (25.585 contro 17.870). Diminuiscono invece i decessi (249 vs 271) e le terapie intensive (341 vs 355), che come sappiamo viaggiano a un ritmo differente rispetto ai dati più immediati. In lieve aumento i casi attualmente positivi (75.046 vs 74.546), le persone in isolamento domiciliare (72.101 vs 71.768) e i ricoveri con sintomi (2.604 vs 2.423).
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, l’inversione di tendenza a cui stiamo assistendo si configura per due fondamentali ragioni. La prima è lo specchio rappresentato dall’aumento dei ricoveri in area medica, che già si rileva da 15 giorni; la seconda è che nonostante il rapporto positivi/tamponi antigenici sia in lieve calo per l’aumento dell’uso degli stessi per ottenere Green pass, il rapporto positivi/tamponi molecolari è in chiaro aumento (dal 2,4% al 3,5%).
Nella settimana 20-26 ottobre 2021, tutte le Regioni tranne Sardegna e Valle D’Aosta, registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in 15 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Sono 33 le Province con un’incidenza ≥50 casi per 100.000 abitanti: tra queste la Provincia di Trieste registra oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Diminuiscono i decessi: 249 negli ultimi 7 giorni (di cui 29 riferiti a periodi precedenti), con una media di 36 al giorno rispetto ai 39 della settimana precedente. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica.
Al 27 ottobre (aggiornamento ore 06.16) il 78,5% della popolazione (n. 46.525.495) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+204.896 rispetto alla settimana precedente) e il 75,1% (n. 44.507.167) ha completato il ciclo vaccinale (+459.731). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.118.114), con una media mobile a 7 giorni di 152.345 dosi/die. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97% degli over 80 al 72,9% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,7% nelle fasce anagrafiche 12-19, 20-29 e 30-39, dello 0,5% nella fascia 40-49, dello 0,4% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,2%.
La platea vaccinabile con la terza dose è così costituita:
Al 27 ottobre sono state somministrate 1.191.327 terze dosi di cui 224.597 dosi aggiuntive e 966.730 dosi booster, con una media giornaliera di 29mila somministrazioni. Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 25,6% con nette differenze regionali: dallo 0,9% della Valle D’Aosta al 98,8% dell’Umbria. La copertura nazionale con dose booster è invece del 32,3% anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 10% della Calabria al 73,8% del Molise.
La variante AY.4.2 (cosiddetta “Delta plus”) è in lenta crescita nel Regno Unito dove rappresenta circa il 6% dei casi sequenziati, con 15.120 casi isolati al 21 ottobre 2021. Indicata come “variante di interesse” lo scorso 20 ottobre, sarà strettamente monitorata nei prossimi mesi. Rispetto alla variante Delta, al momento non ci sono evidenze che la Delta plus possa determinare un quadro clinico più severo e/o ridurre l’efficacia dei vaccini; potrebbe essere più contagiosa del 10-15%, ma i dati sono ancora preliminari.
«Con l’inverno alle porte – conclude Cartabellotta – il repentino aumento dei nuovi casi e dei ricoveri e il progressivo calo dell’efficacia dei vaccini sull’infezione impongono sia di accelerare la somministrazione della terza dose a tutte le categorie individuate dalla Circolare Ministeriale, sia di convincere oltre 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso».
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