Stabile l’incidenza italiana ma l’Rt mostra i primi segni di un aumento. Abruzzo, Liguria, Trento e Toscana in arancione da domenica. Secondo gli esperti la variante inglese diventerà preponderante in Italia. Brusaferro ha osservato che molti più giovani contraggono il virus
In Italia l’indice Rt sale a 0.95. A dirlo è il report settimanale della Cabina di regia. «Si confermano per la seconda settimana segnali di contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica – si legge – con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale».
Il Ministro della Salute Roberto Speranza sta per firmare nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da domenica 14 febbraio. Passano in area arancione le Regioni Abruzzo, Liguria, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento. La Sicilia passa in zona gialla a scadenza della vigente ordinanza.
La circolazione diffusa delle varianti virali a più elevata trasmissibilità è confermata dall’Istituto Superiore di Sanità. L’incidenza di Covid-19 «a livello nazionale negli ultimi 14 giorni rimane sostanzialmente stazionaria rispetto alla settimana precedente: 269,79 casi per 100.000 abitanti (25/01/2021-07/02/2021) rispetto a 273,01 per 100.000 abitanti (18/01/2021-31/01/2021)».
L’incidenza, evidenzia il report, «è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate». Nella settimana di monitoraggio, due regioni hanno una incidenza settimanale sotto i 50 casi per 100.000 abitanti (Sardegna e Valle d’Aosta) mentre l’incidenza supera la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tre regioni/PA: Provincia Autonoma di Bolzano (770,12 per 100.000 abitanti), Provincia Autonoma di Trento (254,85 per 100.000 abitanti) e Umbria (283,28 per 100.000 abitanti).
Si osserva una stabilità anche nel livello generale del rischio. «Una Regione, l’Umbria, e una Provincia Autonoma, Bolzano, hanno un livello di rischio alto». Sono dieci (erano 11 la settimana precedente) le Regioni a rischio moderato: Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Provincia di Trento, Toscana. Nove sono a rischio basso: Calabria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto. Di queste cinque (Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Trento e Toscana) sono ad alto rischio di progressione da moderato ad alto.
«Complessivamente – si legge – il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.214 (2 febbraio 2021) a 2.143 (9 febbraio 2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 20.317 a 19.512», sempre dal 2 al 9 febbraio. Tuttavia, «tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali – rilevano gli esperti – con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive».
«Nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania del 30%), c’è una circolazione sostenuta della variante inglese di Sars-CoV-2, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi», prevede l’Iss.
«Popolazioni più giovani contraggono l’infezione da Sars-CoV-2 – segnala Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità -. È un trend che si sta cogliendo anche in altri Paesi europei – aggiunge -. È oggetto di un’attenta analisi e nei prossimi incontri contiamo di presentare dati di analisi un po’ più puntuali anche su questo fenomeno». «La decrescita della mortalità sta avvenendo, ma avviene in maniera lenta», aggiunge.
«La variante inglese si trasmette più rapidamente – ha aggiunto Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute -, questo fa sì che dobbiamo mantenere comportamenti estremamente prudenti. Vediamo ormai Regioni che non sembrano avere situazioni critiche, sono gialle, diciamo così, e all’interno di queste ci sono aree relativamente piccole dove l’infezione corre molto, con focolai di elevata incidenza. È chiaro che lì occorre fare di tutto per bloccare, ad esempio istituendo zone rosse locali, come si sta facendo in Umbria e in provincia di Chieti, e farlo in maniera chirurgica e tempestiva anche con mini-lockdown».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato