Continua il nostro viaggio tra i servizi di nefrologia italiani. Dopo aver esplorato l’organizzazione della Rete Nefrologica Dialitica della Regione Lazio, ci spostiamo in Calabria, sotto la guida di Carmine Zoccali, associated investigator and Board member del Renal Research Institute di New York e Francesca Mallamaci, direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria
Il Sistema Sanitario della Regione Calabria punta alla trasparenza. E non solo. Attraverso il portale www.sanibook.it, inaugurato da pochi giorni, le Istituzioni sono pronte a raccogliere le lamentele cittadini sulla qualità dell’assistenza in ospedali e presidi sanitari locali. In attesa che siano rese pubbliche le prime segnalazioni, abbiamo esplorato l’organizzazione della Rete Nefrologica Dialitica della Regione, continuando il nostro viaggio cominciato la scorsa settimana nelle nefrologie del Lazio con Massimo Morosetti, presidente della Fondazione Italiana del Rene (FIR).
A guidarci durante questa tappa al sud Italia sono Carmine Zoccali, associated investigator and Board member del Renal Research Institute di New York e ricercatore associato di BIOGEM, e la professoressa Francesca Mallamaci, direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. «La Sanità pubblica – ammette il professor Zoccali, poco prima di cominciare la sua intervista a Sanità Informazione – è un notorio problema in Italia, ancor di più in Calabria, la Regione più povera e meno sviluppata del Paese. Da quanto ho potuto direttamente o indirettamente accertare, in Calabria ci sono carenze diffuse nell’organico delle nefrologie e dei centri dialisi, ma non mi sembra che la Nefrologia sia una specialità che causa un eccesso di disagi rispetto alle altre in Calabria». Premesso ciò, ecco come i professori Zoccali e Mallamaci descrivono la Rete Nefrologica Dialitica della Calabria.
Professori Zoccali e Mallamaci, considerate che la rete nefrologica, tra numero di ambulatori e posti letto in reparti ospedalieri, sia adeguato ai bisogni di salute dei cittadini?
«A Reggio Calabria, per i ricoveri programmabili il tempo d’attesa è in media 30 giorni. I ricoveri vengono gestiti da un’Agenda pubblica nel rispetto della trasparenza. Non vi sono parametri obbiettivi per definire i ritardi di diagnosi, è molto verosimile però che non ve ne siano. Il tempo di attesa per le visite programmabili è di 6 mesi. Per le visite urgenti, cioè da richiesta urgente del Medico di Medicina Generale, 24-48 ore (ovviamente non sono considerate in questa categoria le visite urgenti da Pronto Soccorso)».
Una volta ricevuta la diagnosi c’è una presa in carico del paziente adeguata?
«A Reggio Calabria, i pazienti dimessi con prima diagnosi hanno i farmaci gratuiti appena ricevono l’esenzione dall’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) che, di solito viene rilasciata in 1-2 giorni. La situazione dovrebbe essere più o meno analoga anche a Cosenza e Catanzaro».
La dialisi è garantita a chiunque ne abbia necessità in tempi rapidi?
«Sì, la dialisi è garantita a tutti e in tempi rapidi e in tutto il territorio regionale. Vi sono pazienti in emodialisi residenti a Reggio Calabria che dializzano in centri dialisi che distano circa 20-25 Km dalla città. I trasporti sono individuali con rimborso, che avviene con cadenza annuale, da parte dell’ASP».
Trapianti: quanto tempo si attende in media per accedere alla lista di attesa?
«Il programma di trapianto renale viene gestito con l’Unione dipartimentale delle Nefrologie di Reggio Calabria e Cosenza. Per la prima visita con il nefrologo il tempo di attesa è 25 giorni. Per l’espletamento degli esami previsti completi (compresi scintigrafia miocardica, TAC, gastroscopia, rettocolonscopia) in media 6 mesi. I pazienti in lista d’attesa trapianto in Calabria sono 100 (su un totale di circa 1.500 pazienti in dialisi). I trapianti renali da cadavere nel 2022 in Calabria sono stati 30. Nella nostra Regione, nel 2021 (ultimi dati disponibili del Centro Nazionale Trapianti), le opposizioni alla donazione (36%) erano sostanzialmente più basse rispetto a quelli della Basilicata (50%), fanalino di coda del Paese, e non lontani dalla media nazionale (29%)».
La riorganizzazione della Rete Nefrologica
Intanto, il mese scorso con DCA n.103 del 31 marzo a firma del Presidente e Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, è stata approvata la riorganizzazione della Rete Nefrologica Dialitica della Regione Calabria, attraverso lo sviluppo di nuovi modelli operativi assistenziali che garantiscano la continuità assistenziale lungo tutto il percorso del paziente, attraverso il potenziamento dell’Integrazione Ospedale-Territorio.
«La mia impressione – conclude il professor Zoccali – è che si rincorrono notizie che rimbalzano dai giornali locali circa criticità , che pur esistendo, non hanno la drammaticità che emerge nei media nazionali. La sanità pubblica è in crisi in Italia. La Calabria è la regione più povera e meno sviluppata. I problemi della nefrologia in Calabria sono certamente meno impattanti rispetto a quelli di altre specialità».
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