Organizzazione, crescita ed efficienza rappresentano la Rete Oncologica Pugliese (ROC). Gorgoni: «Abbiamo connesso la comunità scientifica oncologica in un piano di rete, da cui è nato un embrione di cultura di comunità su cui investire in futuro»
Il lavoro della Rop (Rete Oncologica Pugliese) prosegue nonostante la pandemia di Covid-19. Di recente, sono stati fatti passi importanti nell’organizzazione della stessa a partire dalla definizione delle sottoreti di patologia (polmone, prostata, seno, colon-retto e utero), passando all’organizzazione dei COrO (Centri di orientamento oncologico) per arrivare ai Pdta – percorsi diagnostico-terapeutici – per le patologie oncologiche più frequenti.
Giovanni Gorgoni, Direttore AReSS Puglia, ha illustrato a Sanità informazione risultati e peculiarità: «Abbiamo connesso la comunità scientifica oncologica variegata che opera nei vari centri della Regione Puglia in un piano di rete, da cui è nato un embrione di cultura di comunità su cui investire in futuro. Durante l’emergenza il servizio ha retto – ha specificato – con l’attivazione di sistemi di sanità digitale e telemedicina e il gran lavoro dei COrO». Un modello virtuoso da replicare, perché i Centri di orientamento oncologico garantiscono la presa in carico del paziente a 360 gradi: «All’interno operano oncologo, psiconcologo, assistente sociale, infermiere e amministrativo in collaborazione con le associazioni di pazienti», ha concluso.
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