Il Presidente dell’Istituto superiore di sanità commenta la scelta di revocare i trenta membri non di diritto del Css: «È comprensibile che il Ministro voglia un organismo di cui si fidi, ma molti si sono rammaricati»
La revoca dei trenta membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità da parte del Ministro Giulia Grillo è stato un piccolo terremoto nel mondo della sanità italiana. Non perché la decisione non fosse lecita, ma perché inaspettata anche per i tanti medici e scienziati componenti dell’organo ausiliare: dal farmacologo Silvio Garattini al genetista Bruno Dallapiccola, la scelta ha colto molti di sorpresa. Un segnale di discontinuità che non è piaciuto nemmeno alla Presidente del Consiglio superiore di Sanità Roberta Siliquini che ha parlato di «decisione incomprensibile». Abbiamo chiesto una opinione a Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e membro di diritto dell’organismo (così come i vertici Aifa), che sottolinea come la decisione sia una «prerogativa del Ministro» al quale però imputa uno scarso garbo istituzionale: «È un lavoro impegnativo, sarebbe stato più opportuno ringraziarli e poi scegliere i nuovi componenti».
Presidente, il Ministro ha revocato i membri del Consiglio superiore di sanità. Come valuta questa decisione?
«Penso sia naturale e comprensibile. Il Consiglio Superiore di Sanità – sottolineo – è l’organismo di consulenza del Ministro e non del Ministero, nato nel 1888, molto prima che nascesse il SSN, con la legge Crispi-Pagliani proprio per aiutare il Ministro, anzi in quel caso il Presidente del Consiglio dato che non c’era il Ministero, a prendere decisioni difficili su argomenti complessi come la salute. Per cui è importante avere un Consiglio di cui il Ministro abbia fiducia e capace dal punto di vista delle competenze, cosa che do per scontata perché è il massimo organismo quindi le persone che vengono selezionate devono essere le più brave nei loro settori».
È mancato forse garbo istituzionale?
«Certo è un po’ una mossa forte, forse sarebbe stato meglio informarli di persona e anche ringraziarli perché molti di loro fanno questo lavoro anche dal precedente Consiglio: si tratta di grandi scienziati, persone di grandissimo livello internazionale e nazionale che hanno lavorato per quattro anni con un impegno forte. Io ci sono stato nel Consiglio superiore di Sanità sia come membro nominato dal Ministro che come membro di diritto ed è un lavoro impegnativo, di grande responsabilità: sarebbe stato più opportuno ringraziarli e poi scegliere i nuovi componenti. Sarebbe stato meglio fare così e infatti molti di loro si sono rammaricati per questo».
C’è una persona che lei vedrebbe bene nel Consiglio?
«La scelta è del Ministro, mi auguro e sono sicuro che sceglierà le persone migliori nelle diverse specialità».