Richiesto anche il ripristino della figura del medico scolastico
La partita più importante della fase 3, quella legata alla riapertura delle scuole, sembra ancora eccessivamente legata al caso, per non dire al “che Dio ce la mandi buona”. Eppure, di carte in tavola ne sono state messe tante in questi mesi. Ma tra conferme e smentite, tra annunci e dietrofront improvvisi, strategie e piani d’azione spesso strumentalizzati per fini politici, è passata l’estate e si è arrivati alla vigilia del ritorno sui banchi senza notizie certe, senza un piano integrato, strutturato e unitario che garantisca la ripresa del sistema scolastico in sicurezza per docenti e discenti.
A cominciare da una rimodulazione della figura del medico competente, già prevista come obbligatoria dall’art. 18 del DL 811/2008 per gli istituti scolastici che presentino un aumentato rischio chimico e biologico (per la presenza di laboratori ecc.), e che per l’anno scolastico in procinto di iniziare, come si legge nel Protocollo d’Intesa del Miur, dovrà essere nominato ad hoc se non già presente (anche consorziando vari istituti) per garantire una maggiore sorveglianza sanitaria. Ad oggi, però, non si hanno notizie sulla loro effettiva nomina negli istituti scolastici.
Carenze messe in luce nei giorni scorsi dall’Associazione Nazionale Presidi (ANP), il cui Presidente Antonello Giannelli ha dichiarato, concordando con quanto affermato dal coordinatore del CTS Agostino Miozzo, che «la figura del medico scolastico risulterebbe decisiva per la vigilanza sanitaria nelle scuole. Momenti come quello che stiamo vivendo testimoniano la necessità che la si ripristini e auspichiamo che le scelte del decisore politico vadano in questa direzione».
In tal senso va anche la lettera firmata dal presidente ANP e indirizzata al Ministro Azzolina per chiedere una serie di chiarimenti riguardo alla gestione di alcune problematiche, tra cui quelle relative ai lavoratori e agli studenti “fragili” (per quanto riguarda i primi, si legge nella lettera «vi è al momento una lacuna che riguarda da un lato la gestione dell’assenza di chi non può lavorare né in presenza né a distanza, dall’altro la gestione di chi non può lavorare in presenza ma potrebbe a distanza», mentre, per gli studenti fragili «non è ancora intervenuta l’ordinanza contenuta nel DL 22/2020 per tutelare gli studenti la cui salute sarebbe posta a rischio dalla frequenza in presenza alle lezioni, e per i quali l’unica alternativa sembrerebbe l’istruzione domiciliare»).
E ancora, si chiedono chiarimenti per le sostituzioni del personale assente, alcune specifiche tecniche sull’utilizzo della mascherina per i bambini dai 6 anni in su, e sulla riammissione a scuola degli studenti dopo malattia, sia essa Covid o no; linee guida in tal senso sono infatti state stabilite solo per la scuola dell’infanzia e non per gli altri ordini di istruzione.
Dal canto suo, proprio l’ANP ha stilato un vademecum per chiarire alcuni aspetti relativi alla figura del “referente Covid” nelle scuole, introdotta dal Rapporto ISS Covid-19 n°58/2020. Nel vademecum è specificato che il referente Covid può essere il dirigente scolastico, un docente o un membro del personale ATA e che svolgerà un ruolo di interfaccia con il Dipartimento di prevenzione presso la Asl territoriale di riferimento, creando una rete con altre figure analoghe nelle scuole del territorio. In questo ruolo si occuperà di promuovere azioni di informazione e sensibilizzazione rivolte a personale e famiglie sull’importanza di individuare precocemente segni e sintomi e comunicarli tempestivamente, ricevere comunicazioni e segnalazioni su eventuali contatti stretti tra alunni o personale scolastico e casi confermati Covid e trasmetterle alla Asl competente, concertare in collaborazione con i pediatri di libera scelta e i medici di base strategie per tutelare gli studenti fragili.
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