Comitati di genitori, medici ed infettivologi contro la DAD. La proposta di Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria all’università di Parma e consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità
Il ritorno in aula in sicurezza dei ragazzi delle scuole superiori è possibile, con screening regolari, vaccini e lockdown intermittenti fino all’estate. Ne sono convinti i membri della comunità “Io Vaccino”, il comitato scuola e molti pediatri, tra cui Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria all’università di Parma e consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità, che bocciano la didattica a distanza.
«Paesi come la Svezia, che non ha mai chiuso le scuole, oltre che la letteratura internazionale, dimostrano che la diffusione del virus e la mortalità non sono associabili alla frequenza – esordisce Susanna Esposito in collegamento via Skype -. Non è stato, infatti, un elemento che ha impattato in modo significativo sulla circolazione virale, e l’autorità internazionale ha più volte ribadito che la chiusura delle scuole non è consigliabile», spiega la professoressa.
«Certo – aggiunge -, con le scuole aperte il numero delle persone in circolazione è più alto, ma i focolai scolastici possono essere prontamente identificati con il contact tracing, ovvero l’identificazione precoce del virus. La posizione di medici, pediatri, infettivologi e genitori è chiara: l’esperienza estera ha dimostrato che le scuole possono riaprire».
Una posizione rafforzata dal monitoraggio compiuto dall’Ordine Nazionale degli Psicologi su incarico del Ministero dell’Istruzione secondo cui sei adolescenti su dieci sarebbero stressati, uno su tre vorrebbe un supporto psicologico, quattro su dieci evidenziano difficoltà nello studio, tre su dieci si dichiarano apatici e stanchi, due su dieci sono irritabili e preoccupati con alto rischio di abbandono degli studi.
«Da mamma oltre che da medico e docente universitario credo che ci siano le condizioni per poter far tornare in presenza i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado – riprende Esposito –. Oltre alla diagnostica precoce è possibile ipotizzare test di ultima generazione da eseguire con facilità all’interno delle scuole a insegnanti e ragazzi ed organizzare, in caso di focolai, dei lockdown intermittenti. La situazione è molto differente da un’area all’altra, quindi una certa organizzazione è indispensabile non solo per la scuola, ma anche per l’economia».
«Infine – conclude -, un ultimo elemento da considerare è la possibilità di vaccinare gli insegnanti. Oggi avere un vaccino efficace al 95%, con ottimi dati di sicurezza testati su oltre 40 mila soggetti, rappresenta una certezza. Quindi se si inseriscono gli insegnanti tra le categorie da vaccinare per prime, immediatamente dopo gli operatori sanitari, la scuola potrà riaprire quanto prima».
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