Salute 17 Ottobre 2019 09:00

Ricerca, Garattini: «Italia ha la metà di ricercatori rispetto alla media europea. Per rilanciarla serve meno burocrazia»

Il Presidente dell’Istituto Mario Negri, in occasione della giornata a porte aperte, racconta i campi in cui stanno lavorando i suoi ricercatori: «Traumi, rene e arresto cardiaco, siamo pronti a procedere alla sperimentazione clinica»

di Federica Bosco

Quattordicimila pubblicazioni scientifiche, 700 ricercatori, 10 dipartimenti e 50 laboratori: questi i numeri dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano che da 58 anni è un punto di riferimento della sanità italiana sotto la guida del suo fondatore il Professor Silvio Garattini, che nella giornata di porte aperte alla città ha lanciato un appello alle istituzioni.

«La cosa importante è che si rendano conto che la ricerca non è una spesa, ma un investimento e quindi facilitino la ricerca anziché renderla sempre più complicata e soggetta a vincoli burocratici». Parole dure che il fondatore dell’Istituto Mario Negri non risparmia all’indirizzo di una politica troppe volte assente. «Naturalmente abbiamo bisogno anche di maggiori risorse perché il nostro Paese ha la metà dei ricercatori della media dei Paesi europei – denuncia – e quindi siamo veramente a basso livello e soprattutto perdiamo molti dei nostri cervelli. Non solo, il Paese è molto poco reattivo, i nostri governi non amano la ricerca scientifica e non si rendono conto che senza ricerca non c’è progresso e soprattutto nel nostro campo c’è bisogno di ricerca per migliorare il Servizio sanitario nazionale».

LEGGI ANCHE: FARMACI, GARATTINI: «NECESSARIA REVISIONE DEI PRONTUARI NAZIONALI. SU RANITIDINA DARE INFORMAZIONI CORRETTE»

Da voi qual è oggi la ricerca più importante che potrebbe essere ad una svolta?

«Stiamo facendo una ricerca sull’arresto cardiaco, abbiamo trovato un gas nobile Argon che riesce a diminuire i danni celebrali indotti dall’arresto cardiaco. Abbiamo fatto molte ricerche sulle culture e sugli animali da esperimento e oggi siamo pronti ad andare in clinica. Un’altra area molto importante è quella che riguarda i traumi cranici, anche qui abbiamo modelli sperimentali e abbiamo visto che dei prodotti che vengono sviluppati dalle cellule staminali proteggono dai danni, non solo dai danni immediati, ma anche a lungo termine e anche qui siamo pronti con la ricerca clinica. Infine, c’è un progetto ambizioso che si svolge prevalentemente nella struttura di Bergamo che riguarda la possibilità di realizzare un rene umano dalle cellule staminali. È un programma che richiederà molti anni, ma ci appassiona perché potrebbe corrispondere alla grande necessità di organi che abbiamo oggi e che purtroppo non riusciamo a coprire solo con le donazioni».

Articoli correlati
Morte cardiaca improvvisa, per la prima volta in Italia impiantati defibrillatori di ultima generazione
Per la prima volta in Italia sono stati impiantati defibrillatori extravascolari di ultima generazione. Si tratta di dispositivi unici nel loro genere in cui l’elettrocatetere viene posizionato sotto lo sterno, all’esterno del cuore e delle vene per prevenire i rischi di infezione e occlusione
Primo soccorso, IRC: «Più defibrillatori in spiagge e rifugi. Serve una mappa per geolocalizzarli»
Secondo Italian Resuscitation Council, società scientifica di medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare, nei luoghi di vacanza, al mare e in montagna, più frequentati dai turisti e più distanti dai centri abitati, sono necessari più defibrillatori automatici esterni (DAE)
Dalle acque reflue le informazioni per conoscere in anticipo l’andamento del Covid
Binda (Università degli Studi di Milano): «Epidemiologia delle acque reflue utile per riconoscere focolai, individuare nuove varianti e prevenire la crescita dei contagi»
di Federica Bosco
Infermieri, documento Fnopi delinea quelli del futuro. Garattini: «Prescrizione di farmaci agevolerà il lavoro del medico»
Un documento della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche composto da un advisory board di esperti lancia diverse proposte: dalla formazione alla gestione dei servizi assistenziali. Il farmacologo Silvio Garattini: «Troppi pochi infermieri in Italia»
«I debolmente positivi non infettano». La ricerca del San Matteo di Pavia lo conferma
Uno studio su 280 pazienti clinicamente guariti e ancora positivi certifica che solo il 3% risulta in grado di infettare. Anche per il professor Remuzzi «va comunicato ai cittadini»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)