Intervista al cardiologo Valerio Sanguigni: «L’età anagrafica non sempre corrisponde a quella delle nostre cellule, ma alla longevità si può contribuire con i superfood. Sono alimenti ad alto contenuto di polifenoli, potenti antiossidanti naturali che aiutano a prevenire anche infarto, ictus e tumori»
Centenari si nasce o si diventa? E, soprattutto, gli anni trascorsi dalla nostra nascita indicano anche la nostra età biologica? Una notizia buona e una cattiva: «Alla longevità si può contribuire, mentre l’età anagrafica non sempre corrisponde a quella delle nostre cellule». A rispondere, ai microfoni di Sanità Informazione, è Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di Medicina Interna all’università di Roma Tor Vergata. L’esperto ha dedicato molti anni di studio ai segreti dei centenari, mettendo a punto un test per misurare la differenza tra l’età biologica e quella anagrafica di un individuo e brevettando anche “la ricetta della longevità”, a base di tre superfood per eccellenza: il cacao, le nocciole, il the verde e il miele.
Professor Sanguigni, come è possibile verificare se gli anni trascorsi dalla nostra nascita rispecchiano anche l’età delle nostre cellule?
«Esiste un test capace di valutare la percentuale dello stress ossidativo dell’organismo presente nel sangue – una misura della tendenza ad invecchiare basata sulla produzione di radicali liberi di ossigeno – e la quantità di difese antiossidanti che combattono questi stessi radicali liberi, proteggendo l’organismo dall’invecchiamento. A questo esame va poi associato un altro test, di tipo vascolare sulle arterie, che servirà a verificare l’efficacia della vasodilatazione, cioè del flusso di sangue nei vasi che, portando ossigeno, aiuta l’organismo a non invecchiare».
Come si eseguono praticamente questi due test?
«Il primo attraverso una semplice puntura al dito, una goccia di sangue e una macchina che valuta la percentuale di radicali liberi di ossigeno, di stress e di difese antiossidanti. Il secondo richiede l’utilizzo di un macchinario che valuta la vasodilatazione endo digitale, quindi del micro-circolo delle dita. I valori ottenuti da entrambi gli esami verranno poi correlati attraverso un algoritmo. Il risultato finale rivelerà se l’età anagrafica corrisponde a quella biologica e, di conseguenza, se un soggetto ha la tendenza ad invecchiare di più o di meno del normale».
E se l’età biologica risulterà maggiore di quella anagrafica?
«Si può intervenire in maniera specifica valutando anche le caratteristiche dell’individuo, prescrivendo integratori antiossidanti che aiutano a combattere lo stress ossidativo, responsabile di un’età biologica più avanzata. L’obiettivo sarà quello di ristabilire un equilibrio tra difese antiossidanti e stress ossidativo, che aiuti a prevenire un invecchiamento precoce, ma anche numerose malattie. Un soggetto che tende ad invecchiare, infatti, tende pure ad ammalarsi con più facilità».
Studi scientifici hanno dimostrato che anche i cibi possono contribuire a rallentare i processi di invecchiamento, quali?
«Si tratta dei cosiddetti superfood, alimenti consumati prevalentemente dalle popolazioni centenarie, che non solo sopravvivono a lungo, ma vivono anche in salute, senza ammalarsi. Queste persone si alimentano con una grossa quantità di frutta e verdura, soprattutto quelle tipologie che contengono un’alta quantità di polifenoli, potenti antiossidanti naturali che aiutano a prevenire l’invecchiamento e diverse malattie, come infarto, ictus e tumori».
È proprio dalla lista di questi superfood che lei ha preso spunto per la sua “ricetta della longevità”. Quali sono gli ingredienti del suo mix di salute?
«Sulla scorta dei dati resi disponibili da diverse ricerche scientifiche, che hanno dimostrato l’efficacia antiossidante di alcuni cibi, abbiamo ideato e brevettato una miscela, la Powellnux, a base di cacao scuro, crema di nocciola, the verde e miele».
E funziona davvero?
«Certo. Lo abbiamo dimostrato realizzando uno studio ad hoc. Questa miscela è stata somministrata sotto forma di gelato ad un gruppo di soggetti sani, di età compresa tra i 20 e i 38 anni. E i risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Nutrition, sono stati straordinari. Questi individui hanno perfezionato la loro performance fisica, ridotto lo stress ossidativo e migliorato anche l’attività cardiaca, con una riduzione dei valori della pressione arteriosa. Insomma, è una dimostrazione scientifica fondata che può esistere un effetto positivo, se non addirittura terapeutico, di alcuni alimenti che fanno davvero bene alla salute».
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