La Corte europea dei diritti umani ha respinto il ricorso dei pompieri francesi contro l’obbligo vaccinale. Nessuna causa vinta neppure in Italia dai ricorrenti al TAR contro le sospensioni. E intanto si parla di prolungare la durata del Green pass da 9 a 12 mesi (solo per i vaccinati)
Respinto il ricorso presentato da 672 vigili del fuoco francesi contro l’obbligo vaccinale. La decisione della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha stabilito che la richiesta non poteva rientrare nel regolamento dell’articolo 39. Quest’ultimo avrebbe infatti permesso la sospensiva solo se chi ricorreva, in questo caso i pompieri, fosse stato esposto a un «rischio concreto di danno irreparabile».
Il ricorso era arrivato alla CEDU dopo la decisione del presidente Emmanuel Macron di rendere obbligatorio il vaccino per personale sanitario, militari, caregiver e pompieri entro il 15 settembre 2021. I rappresentanti dei pompieri hanno dunque deciso di ricorrere alla Corte di Strasburgo in quanto ritenevano che l’obbligo mettesse in discussione le basi della Costituzione francese. In molte dichiarazioni hanno infatti confermato di non essere no vax né contrari al vaccino in generale. Tuttavia, la CEDU ha negato la sospensione creando anche un precedente per eventuali ricorsi successivi.
La stessa sorte è toccata a tutti i ricorsi presentati al TAR da professionisti sanitari sospesi dal lavoro per aver rifiutato il vaccino. I giudici hanno sempre concluso che l’azienda sanitaria e l’Ordine avessero agito secondo legge. Da Lecce a Milano, per medici, infermieri, psicologi e veterinari italiani il verdetto è stato lo stesso. L’unica alternativa per continuare a lavorare senza vaccino è quella di essere spostati in mansioni che non prevedano il contatto con il pubblico. Ma non sempre è possibile.
Intanto si parla seriamente di prolungare il Green pass da 9 a 12 mesi. Il ministro della Salute Roberto Speranza non si è sbilanciato sulla questione parlando di discussione ancora in atto. Dagli esperti, come spesso accade, i pareri sono contrastanti. Per Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive del San Martino di Genova, è una scelta corretta per chi si è vaccinato ma non per chi è guarito. Così per Walter Ricciardi, consigliere di Speranza, che però ricorda la necessità di un richiamo per i più fragili.
Per Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione Medicina Personalizzata, non si può fare un discorso così “generale”: per chi è guarito e poi ha fatto il vaccino, per esempio, il Green pass potrebbe durare anche di più; al contrario, per malati oncologici, fragili e anziani prolungare la validità della certificazione a 12 mesi potrebbe risultare pericoloso.
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