Tanti pazienti a rischio alto e molto alto non riescono a raggiungere i loro obiettivi terapeutici. Vediamo perché con Mario Arieti, cardiologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova
Scarsa consapevolezza, intolleranza alle statine, politerapia. Questi tre aspetti impediscono il raggiungimento dei target terapeutici nei pazienti affetti da dislipidemie.
«La prima motivazione è di tipo educazionale -spiega il dottor Mario Arieti a Sanità Informazione – molti pazienti e MMG non conoscono in realtà il vero target terapeutico ponderato in base alla loro stratificazione del rischio». Inoltre «i pazienti sono sempre molto preoccupati di raggiungere i valori target riguardo all’ipertensione ma pochissimi vanno dallo specialista per curare il livello di colesterolo» precisa lo specialista.
Il secondo è il timore – intolleranza alle statine: «Spesso nei pazienti ad alto rischio per raggiungere i valori di LDL target si devono utilizzare statine ad alto dosaggio – aggiunge il cardiologo – e molti, purtroppo, sviluppano forme di intolleranza soprattutto se utilizzate per lungo periodo o per tutta la vita». L’altro motivo è la complianza alla terapia: «Utilizziamo la politerapia per raggiungere i target – precisa il dottor Arieti – ma i pazienti chiedono di non assumere troppe pastiglie.
Quali strategie terapeutiche possono ovviare a queste problematiche? «La statina da sola difficilmente riesce ad abbassare il colesterolo LDL nei pazienti ad alto rischio – sottolinea – la terapia di associazione deve entrare nella cultura della terapia ipolipemizzante. Un’altra idea per controllare l’assetto lipidico potrebbe essere quella della polipillola; il farmaco polivalente aiuta a migliorare la complianza e il raggiungimento del target terapeutico» conclude.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato