Alberto Macchi sta sperimentando in Italia questa nuova terapia. Attraverso il device K.O.S. prodotto dall’azienda svedese Chordate Medical AB si inserisce nella narice un catetere collegato a un dispositivo: «Sui primi 15 pazienti si è avuta remissione dei sintomi a due mesi nell’80% dei casi. Ho controlli a due mesi su questi pazienti con dei risultati eccezionali nel senso che i pazienti non hanno più utilizzato spray, decongestionanti, steroidei nasali»
Sono milioni gli italiani che soffrono di rinite in Italia. Un numero che, secondo gli ultimi dati, continua costantemente ad aumentare: dal 3-4% di 10 anni fa si è passati al 10-15% di oggi. La stagione peggiore naturalmente è la primavera, soprattutto per le riniti allergiche: prurito al naso, starnuti, naso che cola, difficoltà a respirare i sintomi principali.
Tuttavia, non è solo l’allergia a provocare questa sintomatologia: esistono infatti anche le riniti non allergiche (NAR) che a loro volta si dividono in altre sottocategorie. Ora, per questi pazienti arriva una nuova speranza con la tecnica della stimolazione tramite oscillazione cinetica, scoperta in Svezia. Il device K.O.S. (Kinetic Oscillation Stimulation) si basa su una oscillazione cinetica che agisce a livello delle mucose del naso facendo funzionare correttamente il sistema nervoso alterato da stimoli infiammatori che possono essere anche ambientali. Il collegamento tra sistema nervoso centrale e rinite non allergica può rappresentare una rivoluzione in questo ambito.
Abbiamo approfondito l’argomento con il dottor Alberto Macchi, Otorinolaringoiatra dell’Ospedale di Varese e Presidente dell’Accademia italiana di Rinologia, che sta già sperimentando nella struttura lombarda la metodica.
«I pazienti con rinite sono in aumento, di questi una buona fetta è rappresentata da pazienti con una patologia di tipo allergico – sottolinea Macchi – Oramai su 100 pazienti che hanno un problema di rinite o disturbi respiratori nasali siamo arrivati quasi al 50% di pazienti con una forma allergica e le previsioni ci dicono che nei prossimi anni addirittura arriveremo a dire che un bambino su due nascerà con un problema allergico già alla nascita. C’è però una fetta di persone che hanno una rinite con test allergologici negativi. Questa è un po’ la popolazione più difficile da trattare in quanto è difficile fare una diagnosi precisa. Da questo punto di vista oggi ormai da 10 anni la citologia nasale ci ha dato una grossa mano nella possibilità di diagnosticare una buona fetta di queste riniti non allergiche».
Le riniti non allergiche rappresentano oggi circa il 30-40% dei pazienti affetti da patologia rinosinusale. Queste forme si distinguono in forme eosinofile, mastocitarie e eosinofile – mastocitarie. «Molti pazienti rispondono bene a terapie topiche nasali steroidee, a terapie topiche nasali steroidee antistaminiche o a terapie per via orale (cortisone o antistaminico per bocca) – aggiunge l’otorinolaringoiatra – Abbiamo invece un gruppo di pazienti che non rispondono a queste terapie. Noi dobbiamo comunque andarle a trattare per evitare che forme di rinite non allergica degenerino in altre patologie più importanti».
È per questi pazienti che la nuova tecnica terapeutica può rappresentare una vera svolta. «La tecnica si basa sul presupposto che queste forme di riniti siano legate a una alterazione del sistema nervoso autonomo periferico – continua il presidente dell’Accademia italiana di Rinologia – Questa è stata forse una scoperta che potrà risolvere la problematica in molti pazienti. Questa metodica si basa su una oscillazione cinetica che agisce a livello delle mucose del naso mettendo in buon funzionamento il sistema nervoso. Non è invasiva, nel senso che noi non andiamo a modificare la struttura all’interno del naso ma andiamo ad agire direttamente sulla mucosa introducendo un palloncino davvero piccolo e sottile collegato ad un tubicino di plastica che viene inserito all’interno della narice. Questo palloncino all’interno della fossa nasale si gonfia. Questo perché deve aderire in maniera precisa a tutta la mucosa del naso in modo tale da trasmettere questa oscillazione cinetica. Non è dolorosa, si lascia per ogni narice per dieci minuti».
I primi risultati sembrano essere molto incoraggianti e sui primi 15 pazienti si è avuta remissione dei sintomi a due mesi nell’80% dei casi. «Ho controlli a due mesi su questi pazienti con dei risultati eccezionali nel senso che i pazienti non hanno più utilizzato spray, decongestionanti, steroidei nasali. Non hanno avuto disturbi, il gocciolamento, il naso chiuso, il mal di testa e la difficoltà a respirare si è risolta», continua Macchi che sta studiando il fenomeno anche dal punto di vista cellulare: «Sto dimostrando come si modifica la cellularità all’interno delle fosse nasali. Infatti, tutti questi pazienti sono stati sottoposti a un prelievo citologico prima di eseguire la procedura. Noi stiamo portando avanti uno studio non solo presso il nostro centro ma anche presso altri centri. I primi risultati li porteremo al nostro congresso nazionale dell’Accademia italiana di citologia nasale che si terrà all’Humanitas di Rozzano, dal 12 al 14 settembre 2019, e faremo il primo corso pratico a Torino nel prossimo novembre (22 e 23 novembre 2019 – Rhinology Today www.eventi.psacf.it). La metodica è semplice, senza anestesia, da fare solo una volta. Attualmente la facciamo in ospedale in regime di day hospital ma si può fare anche in un ambulatorio medico protetto in quanto non c’è bisogno di una anestesia».