Negli Stati Uniti casi aumentati di otto volte: ogni anno si contano circa 150-200 infezioni da Vibrio vulnificus, un quinto delle quali mortali
Si chiama Vibrio vulnificus ed è un batterio ad elevata mortalità che può infettare le ferite esposte all’acqua di mare contaminata. Negli Stati Uniti, negli ultimi anni, a causa del riscaldamento delle acque marine conseguente ai cambiamenti climatici, queste infezioni sono diventate sempre più frequenti. A lanciare l’allarme è stato il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Ogni anno, negli Usa, si contano circa 150-200 casi di infezioni di Vibrio vulnificus, un quinto delle quali letali.
Il Vibrio vulnificus è un batterio che può contaminare naturalmente molluschi o altri pesci e provocare infezioni potenzialmente letali, se ingerito. Se infetta ferite attraverso l’esposizione in acqua o il contatto con animali infetti, può causare un’infezione profonda che può portare alla necrosi dei tessuti: per questa caratteristica viene talvolta chiamato batterio “mangia-carne”.
Scopri se puoi aderire all’Azione Legale Collettiva e unisciti a noi. Ti aiutiamo a ottenere un risarcimento per gli anni in cui hai vissuto in città inquinate.
Negli ultimi anni, tuttavia, si sta osservando una tendenza preoccupante: come conseguenza del riscaldamento dei mari, le infezioni, prima localizzate soprattutto negli stati meridionali affacciati sul golfo del Messico, si stanno diffondendo anche più a Nord. Dal 1988 e il 2018 le infezioni negli stati orientali sono aumentate di otto volte e si stima che l’estensione geografica del batterio si stia ampliando verso nord a un ritmo di 48 km ogni anno. Per questo le autorità invitano i sanitari «a considerare il Vibrio vulnificus come una possibile origine di infezione alle ferite esposte alle acque costiere» e la popolazione a prestare la massima cautela nel fare il bagno in mare con ferite aperte.
Il fenomeno non riguarda solo gli Usa. «Il Mediterraneo è tra i mari che si stanno riscaldando più rapidamente – spiega Gianluca Corno, primo ricercatore all’Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa) del Cnr di Verbania -. I batteri patogeni hanno temperature ottimali di crescita che in genere sono superiori a quelli tradizionali dell’acqua di mare e soffrono quando questa diventa fredda. L’innalzamento medio delle temperature e il mancato raffreddamento delle acque gioca a loro favore». In tal modo molti microrganismi si stanno espandendo. Vibrio vulnificus potrebbe essere tra questi, «tuttavia resta un patogeno rarissimo – precisa il ricercatore, che spiega che «le aree più sensibili alla proliferazione dei batteri sono quelle in cui il riscaldamento è affiancato da un più forte impatto antropogenico, dato che – conclude – la presenza e l’attività dell’uomo comportano una grande produzione di patogeni».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato