Il nuovo report dell’Istituto superiore di sanità evidenzia un netto cambiamento nei numeri: ora la risalita è evidente. Tornano a salire i casi in terapia intensiva e ricovero, mentre aumentano i casi senza trasmissione nota
Tra il 22 e il 28 febbraio, dopo un periodo di crescita, si osserva una netta accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente. Si passa a 194,87 casi per 100.000 abitanti contro i 145,16 per 100.000 nella settimana 15-21 febbraio. È quanto emerge dal report Iss-Ministero Salute con il monitoraggio settimanale dell’epidemia in Italia.
«L’incidenza nazionale – si legge – nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti e anzi si avvicina alla soglia di 250 casi per 100mila abitanti».
L’indice Rt è «in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra 1 per la prima volta in 7 settimane». «Nel periodo 10-23 febbraio – infatti – l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,06 (range 0,98-1,20)».
Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è in aumento (26% vs 24% della scorsa settimana). Il numero di ricoverati in terapia intensiva è in aumento da 2.146 (23 febbraio 2021) a 2.327 (2 marzo 2021). Anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 a 19.570 nello stesso periodo.
Si osserva «un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (41.833 vs 31.378 la settimana precedente), e scende leggermente la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8% vs 29,4%). Scende anche la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% la settimana precedente)».
«I casi crescono in tutte le Regioni, nella provincia di Bolzano e in Umbria c’è una decrescita significativa che però si mantiene ancora a livelli molto alti sopra i 500 casi per 100mila in 15 giorni. Il dato significativo è che queste regioni hanno adottato zone rosse» Lo ha evidenziato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nel suo intervento dopo la Cabina di regia settimanale.
«L’incidenza di Covid-19 sta aumentando a livello nazionale e abbiamo anche i dati proiettati di questa settimana che mostrano un’ulteriore crescita. Andiamo oltre i 200 casi per 100mila abitanti, siamo quindi vicini a quella che viene identificata come la soglia d’allarme» ha proseguito. Cinque regioni, nella valutazione di questo report, hanno superato la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti, altre la raggiungeranno nel corso della settimana corrente. Sei regioni sono a rischio alto, nove a rischio moderato».
C’è un aumento dell’Rt e dei ricoveri, un segnale d’allarme legato agli effetti di una cambiamento di qualità dell’epidemia. C’è l’allarme varianti come evidenziato dalle survey dell’Iss, ad esempio sulla variante brasiliana che ha dato parecchi problemi a Manaus, dove il 70% della popolazione è risultata positiva agli anticorpi. Si pensava alla conseguenza di reinfezioni ma, ed è la buona notizia, sono risultate alla fine poche», ha aggiunto Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute.
«I dati sul vaccino AstraZeneca – ha aggiunto – si sono evoluti nel corso del tempo e anche le conoscenze, all’inizio sembrava che l’efficacia non fosse particolarmente elevata. Poi sono stati fatti altri studi e in uno è stato mostrato che se la seconda dose si somministra a tre mesi dalla prima l’efficacia è sopra l’80%. E altri studi hanno dimostrato che è efficace anche dopo la prima dose. Per cui direi è un vaccino che quando le due dosi si somministrano a distanza di 12 settimane funziona molto bene. Inoltre sembra avere un’efficacia elevata anche fra gli anziani».
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