Salute 17 Febbraio 2022 13:02

Salpare con la barca a vela per rinascere dopo il cancro

A Marina di Carrara prende vita il progetto “una vela per la rinascita” messo a punto dalle associazioni Mure a dritta e Volto della speranza, per aiutare le donne impegnate nella battaglia contro un tumore ad affrontarlo con la vela terapia ed il supporto di fisioterapista, nutrizionista e psicoterapeuta

Salpare con la barca a vela per rinascere dopo il cancro

Togliere gli ormeggi e salpare per ricominciare a vivere.

È questo il progetto “una vela per la rinascita” che vuole offrire ad alcune donne colpite da tumore, l’opportunità di trascorrere alcune ore in barca per ritrovare forza, energia e speranza. Ideato dall’ASD MAD Mure a Dritta, che ha sede a Marina di Carrara, in collaborazione con l’associazione Il volto della speranza, della presidente Roberta Crudeli, caposala del reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara, la prima regata per la vita prenderà il via il 28 e il 29 maggio. «Il mare, il sole e il vento sono terapeutici – spiega Silvia Landi presidente dell’associazione Mure a Dritta -. La vela terapia era già stata sperimentata per giovani, bambini e diversamente abili, mai per donne con problemi oncologici. Ho voluto raccogliere la sfida e pensare ad una serie di uscite in barca a vela. Questo sport oltre ad aiutare nei movimenti le donne a riacquistare la forma fisica (in particolare per coloro che hanno subito una mastectomia con svuotamento del cavo ascellare), è collaborazione, condivisione e sostegno reciproco. Tutti aspetti di grande aiuto per chi deve superare un periodo di difficoltà».

Guido, comandante più forte del destino: «Il cancro resta a terra»

Tre barche a vela di 15 metri salperanno dal porto di Marina di Carrara con equipaggi formati da 6 o 8 persone tra cui una nutrizionista, una fisioterapista e una psicoterapeuta per rendere la navigata anche didattica. Tra di loro ci sarà anche Guido, armatore dell’Isola d’Elba e socio di Mure a Dritta che proprio in questi giorni sta affrontando la sua battaglia contro un linfoma, ma non vuole rinunciare al suo ruolo di skipper. «Ogni volta che mollo gli ormeggi, lo lascio in banchina» ha risposto a quanti gli hanno domandato come la vela lo stia aiutando a superare la malattia. Il tumore non può e non deve salire a bordo. Questo l’invito rivolto a tutte le donne che dal reparto di oncologia diretto dalla dottoressa Crudeli potranno affrontare il programma di vela terapia. Saranno i medici con i coordinatori delle associazioni interessate – Volto della speranza e Yac Italia Onlus -, che suggeriranno le donne che potranno trarre giovamento dai percorsi terapeutici proposti. «Possiamo accogliere anche richieste dirette dalle pazienti – puntualizza Silvia Landi -, in quel caso però, dobbiamo avere il nullaosta del medico che le ha in cura perché chi sale a bordo deve essere fisicamente in grado di sostenere una giornata di barca dove aria, sole e salsedine sono affaticanti. Chi partecipa non deve avere ferite aperte, dobbiamo essere cauti perché vogliamo che l’esperienza sia positiva. Per sicurezza nostra e delle donne che partecipano al programma a bordo ci sarà sempre un medico che proviene da un reparto di oncologia».

Molto più di una uscita in barca a vela

Il programma delle prime due uscite prevede una veleggiata di una intera giornata, alla scoperta del golfo dei Poeti. Le pazienti saranno coinvolte dallo skipper esperto nella conduzione dell’imbarcazione mentre fisioterapisti e nutrizionisti forniranno nozioni per migliorare la qualità della vita. «Per rendere più interessante la navigazione abbiamo pensato a delle lezioni a tema – racconta Landi – e così in programma abbiamo la giornata fit che prevede la presenza della fisioterapista, dottoressa Francesca Giunti, esperta in riabilitazione post-operatoria che terrà una lezione per insegnare esercizi mirati per la ripresa fisica delle pazienti. Attività che potrà poi essere replicata anche a casa. Nella giornata sani e in forma, invece, Roberta Tartarini, esperta di nutrizione salirà a bordo per parlare di alimenti, preparazione di piatti e dare consigli per una corretto stile di vita durante le cure».

Una giornata tipo in barca a vela

L’imbarco è previsto alle 10 della mattina presso il porto di Marina di Carrara. Dopo un primo briefing di presentazione, il comandante darà informazioni sulla veleggiata e cercherà di coinvolgere le partecipanti nelle attività di vela. La destinazione è il Golfo dei Poeti dove si consumerà il pranzo. «Quello sarà uno dei momenti di maggiore condivisione – racconta Silvia Landi – perché vedrà coinvolte tutte le partecipanti per la realizzazione di un pasto salutare a chilometro zero, mentre la nutrizionista darà le informazioni utili per una dieta bilanciata». Nel pomeriggio ci sarà la lezione in acqua con la fisioterapista. Nei weekend in barca a vela e nella settimana corta da lunedì a venerdì in barca, le donne potranno usufruire del programma completo che prevede anche un’attività con la psicoterapeuta.

Si cercano fondi per navigare in tutta Italia

«Le donne che viaggiano con noi sono ospiti, pertanto abbiamo bisogno di fondi per poter sostenere l’iniziativa – conclude la presidente dell’ASD MAD Mure a Dritta -. Uno studio dell’Università di Firenze ha dimostrato come la vela terapia abbia una incidenza positiva per le donne sopravvissute al tumore al seno. Dunque, il nostro obiettivo è di ampliare l’attività e diventare un gruppo di riferimento per le malate oncologiche non solo a Carrara, ma a livello nazionale».

 

 

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