I ricercatori della Ohio State University di Columbus (Usa) hanno dimostrato che, nelle persone con malattie cardiache che soffrono anche di ansia o depressione, il trattamento dei disturbi mentali migliora anche la salute cardiaca
Prendersi cura della salute mentale per aiutare anche quella del cuore. È il messaggio che arriva da uno studio condotto da ricercatori della Ohio State University di Columbus (Usa) e pubblicato sul Journal of the American Heart Association che ha mostrato che, nelle persone con malattie cardiache che soffrono anche di ansia o depressione, il trattamento dei disturbi mentali migliora anche la salute cardiaca. Il legame tra salute cardiaca e mentale è complesso e bidirezionale. Molti studi hanno mostrato, per esempio, che la depressione è più frequente nei pazienti con malattie cardiache (come lo scompenso) e ha un impatto significativo sulla mortalità. Allo stesso modo, “la presenza di ansia può preannunciare problemi coronarici o aggravarli”, spiegano i ricercatori.
Precedenti studi avevano già correlato la depressione ad un incremento della mortalità nei pazienti con malattia coronarica. Tuttavia, ad oggi, pochi studi hanno valutato il ruolo dell’ansia o il ruolo della concomitanza di depressione e ansia come fattore aggravante della medesima patologia. Per questo, scrivono i ricercatori nell’abstract della ricerca “abbiamo esaminato se l’ansia fosse associata ad un aumento del rischio di mortalità, dopo aver già tenuto conto della depressione in soggetti con malattia coronarica accertata”. Sono stati esaminati i dati relativi a 934 uomini e donne con malattia coronarica confermata, con un’età media di 62 anni (il più giovane ne aveva 51, il più anziano 73). Tutti, prima di sottoporsi all’angiografia coronarica, hanno risposto ai quesiti previsti dalla Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS), uno strumento di solito ampiamente utilizzato per misurare le condizioni psicologiche dei pazienti oncologici.
Durante il periodo di follow-up, durato tre anni, i ricercatori hanno osservato che i pazienti che avevano ricevuto un trattamento per i disturbi mentali (sia psicoterapia, sia farmacologico) avevano un rischio più basso del 75% di avere bisogno di un nuovo ricovero, del 74% i rivolgersi al pronto soccorso, del 53% di morte per infarto e del 66% di morte per tutte le cause. Nel corso dello studio 133 partecipanti sono deceduti. Secondo i ricercatori, i risultati dello studio confermano che “i pazienti con malattie cardiache dovrebbero essere sottoposti a screening per ansia e depressione” e, in caso di presenza di disturbi, “dovrebbero seguire un trattamento appropriato”. L’ansia è associata ad un aumento del rischio di mortalità nei pazienti con malattia coronarica, in particolare quando è in comorbilità con la depressione. Gli studi futuri, dunque, concludono gli studiosi “dovrebbero concentrarsi sulla concomitanza di questi fattori psicosociali come marcatori di aumento del rischio di mortalità”.
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