A fotografare lo stato di salute della popolazione attraverso lo studio della mortalità evitabile nelle sue componenti, prevenibile e trattabile, e la mortalità per alcune cause è il Report Istat ‘Condizioni di salute e offerta sanitaria nelle città metropolitane’
Nel 2021, nelle città metropolitane italiane avremmo potuto evitare la morte di 20 persone ogni 10mila abitanti. Ovvero, calcolatrice alla mano, di 118mila persone in un anno. Cifra che scende di pochissimo, a 19,2 decessi evitabili, se si considera l’intero Paese, con le piccole e grandi città. I numeri sono aumentati di quasi 17 punti percentuali nel giro di tre anni. A fotografare lo stato di salute della popolazione attraverso lo studio della mortalità evitabile nelle sue componenti, prevenibile e trattabile, e la mortalità per alcune cause è il Report Istat ‘Condizioni di salute e offerta sanitaria nelle città metropolitane’. L’analisi offre anche una descrizione dell’offerta ospedaliera in termini di posti letto e il ricorso all’ospedalizzazione, con particolare riferimento ad alcune gravi patologie. I dati sono prevalentemente riferiti ai trienni 2007-2009 e 2017-2019, nonché agli anni 2020 e 2021, per cogliere gli effetti e le ricadute della pandemia da Covid-19 sul contesto sanitario e di salute nei territori considerati.
Per comprendere i dati diffusi dall’Istat è innanzitutto necessario chiarire cosa si intenda per ‘decessi evitabili’: sono considerati tali, come si legge nel Report, tutti quelli che “avvengono nella fascia di età 0-74 e che potrebbero essere evitati o ridotti in quanto riconducibili a cause di morte contrastabili con un’adeguata e accessibile assistenza sanitaria, con la diffusione di stili di vita più salutari e con la riduzione dei fattori di rischio ambientali”. Nel 2021 sarebbero state circa 118mila le morti evitabili, con un aumento del 16,6% rispetto al periodo precedentemente analizzato, 2017-2019. Tuttavia, gli esperti attribuiscono parte di questo incremento al Covid-19, pari a 3,5 nel 2021 e 3,3 nel 2020 ogni 10mila abitanti.
Tra gli uomini è stato rilevato un livello di mortalità evitabile doppio rispetto alle donne: nelle città metropolitane nel 2021 i decessi maschili sono 26,8 ogni 10mila (in Italia 25,5) e quelli femminili 14,7 (in Italia 13,4 Italia). Le città metropolitane del Mezzogiorno presentano valori più critici della mortalità evitabile – tranne Cagliari che resta sotto la media – che raggiungono il massimo a Napoli (27,1 per 10mila nel 2021), seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila). La città metropolitana di Firenze, con 16 decessi evitabili ogni 10mila abitanti, presenta la mortalità più contenuta, insieme a Bologna e Milano (circa 17).
Anche la possibilità di ammalarsi di patologie gravi, come quelle oncologiche, varia a seconda che si viva nelle grandi città o in piccoli centri. Il maggior ricorso all’ospedalizzazione, da 0 a 74 anni, per tumore si registra tra i residenti nei comuni capoluogo: 10,3 ricoveri ogni mille abitanti. Nei territori sub urbani è di 9,9 ogni nella prima cintura e 9,7 nella seconda ogni mille abitanti. La media italiana è di 9,8. Sempre nel 2021, i comuni capoluogo presentano un tasso di dimissioni ospedaliere per malattie del sistema cardiocircolatorio di 8,4 pazienti ogni mille abitanti, cifra che sale di pochissimo, a 8,5 per mille abitanti, se si considera l’intero Paese.
Il Report dell’Istat ha analizzato anche le strutture di ricovero, pubbliche e private accreditate, presenti in Italia. Al censimento datato 1 gennaio 2021 risultavano essere 1.051 con 230.992 posti letto (ordinari e in day hospital), ovvero 3,9 per mille abitanti. I posti letto sono concentrati nei comuni capoluogo di città metropolitana: 7,2 ogni mille abitanti contro 1,9 nei comuni di prima cintura urbana e 2,1 in quelli di seconda cintura. Nella classifica dei posti disponibili per ogni specialità medica il primato per la maggior disponibilità di letti per acuti spetta alla città metropolitana di Cagliari con cinque per mille abitanti. In testa alla classifica della lungodegenza c’è Bologna con 0,4 posti letto per mille abitanti. Sul podio per la disponibilità in riabilitazione c’è Torino con 0,7 posti letto per mille abitanti. Alle disponibilità di posti letto è strettamente correlata la migrazione sanitaria: ai due poli opposti della classifica Reggio Calabria con una mobilità ospedaliera passiva extra-regione nel 2021 di quasi un paziente su quattro e Genova con una media di quasi uno su 10.
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