Dagli attacchi di panico sotto risonanza magnetica all’ottimizzazione delle prestazioni sportive: tante le peculiarità della nuova applicazione tecnologica sviluppata da ENEA e Università Campus Bio-Medico di Roma
Non parliamo della famosa maglia della salute consigliata dalla nonna da indossare per difendersi dal freddo, ma di una sua variante “smart”, in grado di registrare i parametri fisiologici di una persona. Una maglietta “intelligente” in tessuto elasticizzato, con sensori in fibra ottica, che misura frequenza cardiaca e dati respiratori grazie allo studio portato avanti da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Università Campus Bio-Medico di Roma. Le peculiarità? Rileva i valori degli atleti – utili per ottimizzare il training e migliorare le prestazioni – e offre vantaggi significativi anche per le indagini cliniche.
Ma come funziona? Le caratteristiche di questa tecnologia ci sono state illustrate dal dottor Michele Caponero, ricercatore di Enea, l’agenzia che si è occupata della parte tecnologica del progetto. Al posizionamento dei dispositivi per misurare al meglio i parametri fisiologici hanno lavorato il dottor Carlo Massaroni, il professor Emiliano Schena e la dottoressa Daniela Lo Presti, del Campus Bio-Medico di Roma.
«Il progetto nasce da una collaborazione per applicazioni di sensori in fibra ottica nel biomedicale su richiesta sia dei medici sportivi che dei clinici per la rilevazione dei movimenti della gabbia toracica nel corso dell’atto respiratorio. Si era alla ricerca di una soluzione “confortevole” che non fosse d’impaccio, senza cinghie o dispositivi adesivi sul corpo – spiega il dottor Michele Caponero -. La maglietta “intelligente” consente un posizionamento ottimale dei 12 sensori perché è elasticizzata: i colleghi medici del Campus hanno individuato la posizione per avere un monitoraggio ottimale e noi abbiamo studiato la soluzione tecnica per fissarli al meglio alla maglia» specifica.
Quali sono le sue applicazioni in ambito clinico? «La maglia risulta utile, ad esempio, nel corso di una risonanza magnetica perché consente di rilevare i valori legati all’attività respiratoria laddove i sensori tradizionali di tipo elettrico risultano disturbati dal campo magnetico necessario per eseguire l’esame – prosegue Caponero. La fibra ottica consente un monitoraggio continuo sotto risonanza magnetica, che ci permette di rimuovere dalle immagini i segni del movimento, dovuti alla respirazione, che possono alterare il risultato dell’esame. Inoltre, controllando la respirazione consente di prevenire un eventuale attacco d’ansia o di panico e tranquillizzare subito il paziente» aggiunge.
«Il progetto nasce da esigenze reali dei nostri medici; la maglietta “intelligente” consente un’osservazione costante dei parametri vitali perché registra movimenti della gabbia toracica indotti dall’attività respiratoria e cardiaca» sostiene il professor Emiliano Schena (laboratorio misure e strumentazione biomedica del Campus Bio-Medico di Roma). «L’abbiamo pensata per il monitoraggio di pazienti critici, per i quali avere a disposizione in modo continuativo la frequenza cardiaca e quella respiratoria può essere di cruciale importanza per personalizzare la terapia. Il sistema è stato valutato comodo e confortevole: ad oggi, è collegato ad un dispositivo posizionato a distanza dal soggetto ma il prossimo obiettivo è miniaturizzarlo fino a portarlo in tasca» chiarisce il professore.
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Le prospettive future spaziano dalla telemedicina all’ambito oncologico: «L’idea è fornire un ausilio tecnologico non solo in ospedale ma anche a casa, quindi, sia in fase acuta che in un’eventuale fase cronica e durante il percorso riabilitativo. Il fine è evitare il più possibile i ricoveri, assistendo i pazienti dalla diagnosi fino alla riabilitazione post operatoria. Oltre a questo, i sensori possono anche supportare il chirurgo in trattamenti di tipo oncologico – evidenzia Emiliano Schena -. Inoltre, abbiamo intenzione di rendere il sistema perfettamente adattabile alle caratteristiche antropometriche del paziente» conclude il professor Schena.