Presentato a Roma il Rapporto sul SISM-Sistema informativo salute mentale. Tra gli assistiti il 70% è over 45, mentre oltre la metà sono donne
Aumentano gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2017, la maggior parte ha superato i 45 anni di età e oltre la metà dei pazienti sono donne. Lo si legge nell’ultimo Rapporto sul SISM-Sistema informativo salute mentale presentato oggi al ministero della Salute a Roma. Lo studio fa riferimento ai dati aggiornati al 31 dicembre 2017 e ha registrato un aumento del 5% degli assistiti, passando da 807mila pazienti a 851.189.
Variano i tassi da regione a regione, dal 79,9 per 10mila abitanti adulti in Sardegna fino a 230,1 in Puglia, con un valore totale in Italia di 169,4. I pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 335.794 unità, di cui il 91,7% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita. Le donne sono la maggioranza con il 53,5% dei casi, mentre in riferimento all’età il numero maggiore di pazienti è al di sopra dei 45 anni.
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Per le patologie, i dati evidenziano differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare, a soffrire di depressione sono il doppio delle donne rispetto agli uomini.
La dotazione complessiva del personale all’interno delle unità operative psichiatriche pubbliche, nel 2017, risulta pari a 28.692 unità. Tuttavia in un anno si sono persi circa tremila operatori, a fronte però di un aumento degli assistiti di 50 mila unità. Gli operatori prevalenti sono rappresentati da medici (31,6%) e infermieri (45,1%); il 31,2% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica al domicilio e nel territorio, il 24,1% da attività psichiatrica, il 15,6% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,5% da attività psicologica psicoterapica e il 6,0% da attività di coordinamento; la quota restante riguarda attività rivolta alla famiglia e attività di supporto. Le giornate di presenza presso strutture residenziali sono pari a 11.549.682 per 32.515 utenti, mentre la durata media del trattamento a livello nazionale è pari a 815,8 giorni. Gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono pari a 1.582.966 per 27.600 persone (325,9 accessi per 10mila abitanti). Complessivamente il 78,1% degli interventi è effettuato in sede, il 7,9% a domicilio e il resto in una sede esterna.
Nel 2017, emerge sempre dal Rapporto, il sistema informativo salute mentale ha rilevato dati di attività di 1.481 servizi territoriali, 2.346 strutture residenziali e 908 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa il 92% dei Dsm. Il numero dei Spdc attivi è pari a 318 con complessivi 3.981 posti letto per ricoveri ordinari e 338 posti letto per ricoveri in day hospital; le strutture ospedaliere in convenzione che erogano attività di assistenza psichiatrica sono pari a 22 con un totale di posti letto per degenza ordinaria pari a 1.155 e a 16 posti per day hospital. Per il totale Italia, l’offerta per i posti letto in degenza ordinaria, infine, è di 10,1 ogni 100mila abitanti maggiorenni.
«Dobbiamo assolutamente invertire la rotta, – commenta il ministro della Salute, Giulia Grillo in merito alla spesa prevista dal Fondo sanitario nazionale per le malattie mentali – mi auguro che nel Patto della salute le Regioni accoglieranno la mia idea, che è quella di cercare di investire di più su questo tipo di malati, che sicuramente hanno un impatto importante sul tessuto sociale, ma anche di tipo economico. È quindi interesse di tutti rendere migliore la loro vita, sia dal punto di vista della salute sia da quello sociale».
«Dobbiamo cercare di domiciliarizzare i servizi di cura psichiatrici e di assistenza psicologica il più possibile- ha proseguito quindi Grillo- laddove naturalmente è richiesto e c’è necessità. È lo sforzo più grande che dobbiamo fare. Inoltre, anche i servizi di inclusione sociale e lavorativa per i malati psichiatrici e di assistenza alle famiglie sono ancora abbastanza ridotti come numero e questo è un altro grande sforzo che dobbiamo fare- ha concluso il ministro Grillo- cioè dare un reale sostegno alle famiglie che poi si fanno carico del malato psichiatrico».