Tra i firmatari della lettera i co-presidenti Roberto Pella (FI), Daniela Sbrollini (PD) e Andrea lenzi, presidente dell’Health City Institute. Dieci le azioni indicate per migliorare il futuro: tra i punti quello di assicurare un alto livello di alfabetizzazione ed informazione sanitaria per tutti i cittadini, incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie e dare impulso a politiche sull’attività sportiva e motoria
Una lettera aperta a sindaci e istituzioni per avere delle “città in salute”. L’hanno presentata a Rimini alla 35ma Assemblea nazionale ANCI l’Health City Institute, presieduto da Andrea Lenzi, e l’Intergruppo parlamentare “Qualità di vita nelle Città, Sport e Benessere” presieduto dal deputato Roberto Pella (Forza Italia) e dalla senatrice Daniela Sbrollini (Partito democratico).
Nella lettera si suggeriscono dieci azioni per migliorare il futuro: tra i punti quello di assicurare un alto livello di alfabetizzazione ed informazione sanitaria per tutti i cittadini, incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie, dare impulso a politiche sull’attività sportiva e motoria nelle città, attraverso, il pieno utilizzo delle infrastrutture sportive e degli spazi verdi.
A tutti è rivolto l’invito a considerare il tema della salute nelle città di primaria importanza e a mettere in atto politiche urbane per prevenire le malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità, il cui continuo aumento nelle città è stato definito “nuova epidemia urbana” dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La lettera è stata illustrata nel corso del Simposio “Qualità di vita nelle città: sport, salute e benessere”, organizzato nell’ambito dell’Assemblea nazionale ANCI, da Health City Institute, Gruppo di lavoro ANCI sull’Urban Health, Cities Changing Diabetes, Cittadinanzattiva e Sport city 3.0., in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare “Qualità di vita nelle Città, Sport e Benessere”.
«In questi ultimi 50 anni grandi masse di persone si concentrano nelle aree metropolitane, attratte dal miraggio del benessere, dell’occupazione e di una qualità di vita differente; ogni anno sono 60 milioni le persone che si spostano da ambienti rurali verso le città, soprattutto nei Paesi a medio reddito e, già da 10 anni, per la prima volta nella storia dell’Umanità, la popolazione mondiale residente in aree urbane ha superato la soglia del 50 per cento», ha spiegato il deputato Roberto Pella, Co-Presidente dell’Intergruppo Parlamentare sulla qualità della vita nelle città e Vicepresidente vicario ANCI.
«Se guardiamo al nostro Paese, notiamo che più di un italiano su 3 (il 37 per cento) vive oggi nelle 14 città metropolitane. Parallelamente, riscontriamo una crescita di alcune malattie, come diabete e obesità, la cui diffusione è considerata ormai l’epidemia della società del benessere. L’aumento di queste malattie croniche non trasmissibili e non solo, è infatti fortemente legato ai profondi cambiamenti di stile di vita che comporta la vita nelle città, come cattivi stili di vita, lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta», ha dichiarato Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute e Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio, organismo che si pone l’obiettivo di analizzare il contesto economico-sanitario, sociologico, clinico-epidemiologico e politico-sanitario, per studiare i determinanti della salute nelle città.
«Le città e il loro modello di sviluppo devono essere in prima linea nella lotta contro le criticità connesse al continuo inurbamento e, ovviamente, la salute pubblica occupa fra queste un posto di primaria importanza», ha aggiunto Daniela Sbrollini, co-presidente dell’Intergruppo Parlamentare sulla qualità della vita nelle città. «I sindaci, e le Istituzioni più in generale – continua Sbrollini – sono interpellati affinché questa necessaria pianificazione avvenga secondo un parametro di solidarietà e partecipazione. La salute nelle città deve diventare un tema di primaria importanza, con la promozione e l’implementazione di attività volte a rendere i cittadini sia fisicamente attivi nella vita quotidiana sia consapevoli dell’importanza di stili di vita sani».
In conclusione, nella lettera viene richiesto «un impegno comune e scevro dall’appartenenza partitica, affinché la salute nelle città diventi tema primario e di azione sinergica tra Sindaci, Regioni, Parlamento e Governo, per assicurare delle città migliori, più vivibili e più salutari per i cittadini di oggi e di domani».
La promozione della salute nelle città e la lotta al diabete urbano sono obiettivi che accomunano il progetto Cities Changing Diabetes e il “Programma C14+ – Pensare globalmente, agire localmente. Il programma C14+, promosso da Health City Institute e Cities Changing Diabetes, in sinergia con il gruppo di lavoro sull’Urban Health di Anci e in collaborazione con il mondo scientifico, intende fornire, nei prossimi anni, alle amministrazioni cittadine e alle aziende sanitarie delle 14 città metropolitane italiane e dei maggiori capoluoghi di provincia, informazioni e conoscenze per contrastare il diabete urbano e migliorare la qualità di vita delle persone con diabete.