Ventitré tra i fattori che ci fanno invecchiare sono modificabili. Ne sono convinti diversi scienziati internazionali dislocati in vari enti di ricerca, tra cui Università di Oxford e Mass General Hospital di Boston. In altre parole, ritardare l’arrivo della vecchiaia e, soprattutto, degli acciacchi che ne conseguono, dipende in buona parte da noi. Comportamenti, stili di vita ma anche le condizioni ambientali possono essere più influenti dei geni. A svelare quali sono i fattori che più fanno male alla nostra salute è uno studio pubblicato su Nature Medicine: fumo, scarsa attività fisica sono tra quelli che hanno un impatto maggiore sulla salute e sulla morte prematura rispetto ai fattori ereditari immodificabili.
Per evidenziare i 23 fattori modificabili che compromettono la nostra salute, i ricercatori hanno analizzato i dati di quasi mezzo milione di partecipanti alla UK Biobank, valutando sia l’influenza di 164 fattori ambientali, che dei punteggi di rischio genetico per 22 malattie principali, per l’invecchiamento, malattie legate all’età e morte prematura. È emerso che i fattori ambientali spiegano il 17% della variazione del rischio di morte, mentre la predisposizione genetica conta per meno del 2%. Dei 25 fattori ambientali indipendenti identificati, il fumo, lo stato socioeconomico, l’attività fisica e le condizioni di vita hanno il maggior impatto sulla mortalità e sull’invecchiamento biologico. Il fumo si associa a 21 malattie. I fattori socioeconomici, come il reddito familiare, la casa di proprietà e il lavoro si associano a 19 malattie, l’attività fisica a 17 diverse patologie.
Cruciali sono i primi anni di vita: contano il peso corporeo a 10 anni e il fumo materno intorno alla nascita, capaci di influenzare l’invecchiamento e il rischio di morte prematura 30-80 anni dopo. Le condizioni ‘esterne’ cui siamo esposti hanno avuto un effetto maggiore sulle malattie dei polmoni, del cuore e del fegato, mentre il rischio genetico conta per le demenze e il cancro al seno. “I nostri risultati evidenziano l’opportunità di mitigare i rischi delle malattie croniche dei polmoni, del cuore e del fegato, principali cause di disabilità e morte a livello globale”, concludono gli autori. I primi anni di vita sono particolarmente importanti con un impatto forte sui decenni a venire, ma restano ampie possibilità di prevenire malattie di lunga durata e morte precoce con i comportamenti giusti.
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